Covered bond, S&P vede le emissioni europee in calo a 140 miliardi nel 2025
Nonostante i tassi in calo, l’agenzia stima maggiore incertezza per l’asset class. Ma l’outlook resta stabile grazie a una serie di fattori
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La corsa dell’inflazione ha convinto le famiglie a scongelare i risparmi fermi. E il passo è stato breve: dal conto corrente al contro deposito, complici i tassi allettanti offerti dalle banche alle prese con la stretta Bce. Oltre ai Btp, infatti, negli ultimi dodici mesi le famiglie hanno scelto di affidare i propri soldi a questo tipo di strumento: quattro milioni e mezzo di italiani ne hanno aperto uno. A fare i calcoli è stata un’indagine di Facile.it, secondo cui si tratta di un prodotto d’investimento in voga soprattutto tra i più giovani. Lo strumento piace anche per la facilità di sottoscrizione, visto che per l’attivazione bastano pochi clic. Il risultato è che attualmente oltre 14 milioni di persone nel nostro Paese hanno almeno un conto deposito.
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Il boom di interesse dei risparmiatori è testimoniato anche dal fatto che nel 2023 le ricerche sul web di questi prodotti sono schizzate del 169% rispetto all’anno precedente. L’indagine, condotta in collaborazione con gli istituti mUp Research e Norstat, ha analizzato poi l’età di chi ha dichiarato di aver attivato un conto deposito nell’ultimo anno, rilevando come l’interesse sia maggiore in alcune fasce specifiche. Se infatti a livello nazionale la percentuale è pari al 10,7%, tra i 35-44 anni sale al 14,6% e fra i rispondenti di età compresa tra i 25 e i 34 anni raggiunge il 16,4%.
Canale preferito per la sottoscrizione è il web. Tra coloro che hanno aperto un conto deposito nel 2023, ben tre su cinque (60%) l’hanno fatto online. Solo il 32,5% si è recato in filiale, mentre appena il 7,5% si è avvalso di un agente/mediatore fisico. Per quanto riguarda, invece, la scelta del tipo di prodotto, nella maggior parte dei casi i risparmiatori hanno optato per la via più semplice: in quasi sette casi su dieci, infatti, il conto è stato attivato presso un istituto di credito con cui si aveva già un rapporto in essere.
Allargando il perimetro di analisi a tutti i titolari di conto deposito, non solo quindi a chi lo ha aperto nell’ultimo anno, emerge che sono più di 14 milioni (34% dei rispondenti) gli italiani che hanno dichiarato di possederne almeno uno. Tra questi, oltre 1,7 milioni (4,3%) ne ha più di uno. A livello geografico, in testa ci sono i risparmiatori residenti nel Nord Ovest: in questa parte d’Italia, infatti, oltre due su cinque (il 41,5% contro il 34% a livello nazionale) sono intestatari di almeno un conto deposito. Guardando alle fasce anagrafiche, si conferma l’appeal presso i giovani: sono soprattutto gli italiani tra i 25 e i 34 anni (45,5%) ad averne uno.
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Il rinnovato interesse nei confronti dei conti deposito è facilmente spiegabile se si osservano i rendimenti. Secondo le simulazioni di Facile.it, nel caso dei conti deposito vincolati, i tassi con scadenza del vincolo a 60 mesi hanno una redditività lorda che può arrivare al 4,75%. Percentuale che scende al 4,45% nel caso di vincolo a 36 mesi e al 4,20% per quelli a 12. Per quanto riguarda i prodotti non vincolati, invece, i tassi d’interesse offerti in questo momento da alcune banche possono arrivare addirittura al 5% per tutte e tre le scadenze (12, 36 e 60 mesi).
La festa sta però per finire. Se infatti la stretta monetaria negli ultimi due anni ha contribuito a far crescere i rendimenti dei conti deposito, ora la Banca centrale europea è prossima a cambiare rotta. “Se, come previsto dagli analisti, le Bce dovesse iniziare ad abbassare gli indici nei prossimi mesi, queste potrebbero essere le ultime opportunità per beneficiare di redditività così elevate”, conclude infatti l’indagine.
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