Il riassunto della settimana sui mercati
Le tendenze recentemente osservate sul mercato degli investimenti della clientela al dettaglio pongono nuove sfide alle autorità di regolamentazione e di vigilanza sui mercati. Quali sono e come affrontarle
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Il 2023 dell’industria del risparmio gestito si chiude con un valore di patrimonio pari a 2.338 miliardi di euro, un dato che segna una crescita rispetto ai 2.211 miliardi di fine 2022. Al contrario, la raccolta a dicembre 2023, ha segnato deflussi per 49,5 miliardi di euro sull’anno e 15 miliardi solo nel quarto trimestre. È la fotografia dell’industria data da Assogestioni con la Mappa Trimestrale relativa all’ultimo quartile dello scorso anno. Inoltre, come specifica il direttore Ufficio Studi Alessandro Rota in apertura della puntata di The Big Picture Q4 2023, “spiccano per patrimonio i fondi aperti con 1.149 miliardi di euro e le gestioni istituzionali con 939 miliardi di euro”.
Guarda “The Big Picture” su FR|Vision
Andando ad analizzare più da vicino l’istantanea dell’Associazione, la categoria dei fondi aperti nel corso del quarto trimestre 2023 è cresciuta di circa 60 miliardi euro. Il risultato deriva dalla combinazione di tre fattori: la raccolta netta (negativa per 8,5 miliardi), un effetto mercato di quasi il +5% (che vale quasi 50 miliardi) e, infine, l’ingresso nella segnalazione statistica di un nuovo gruppo di gestione per la restante quota.
Il fenomeno che si evince dai dati è l’uscita degli investitori nel momento in cui i fondi hanno raggiunto risultati positivi. Ciò apparentemente è contraddittorio. La dinamica da una parte spiega come mai si sia potuto registrare un deflusso durante un anno di crescita del patrimonio; dall’altro, mostra ciò che già Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, affermava nell’ultimo rapporto in collaborazione cin Assogestioni. Più precisamente, dalle evidenze della ricerca, De Rita spiegava che i risparmiatori italiani oggi sono affetti da una specie di “ansia del risparmio” quando si tratta di gestire i propri patrimoni. Se quindi le famiglie sono legate alla visione “di pancia” degli investimenti, è corretto pensare che ci sia ancora da fare sull’educazione finanziaria. Non fosse altro che per evitare uno dei grandi bias della finanza comportamentale: “Comprare sui massimi e vendere sui minimi”.
Guarda il servizio sull’ultimo rapporto Assogestioni-Censis
Tornando sulla Mappa Trimestrale, il segmento dei fondi aperti che ha registrato il miglior risultato di raccolta è sicuramente quello dei fondi obbligazionari: nell’ultimo trimestre del 2023 hanno infatti registrato flussi positivi per 7,82 miliardi di euro, mentre i nuovi capitali totali nei dodici mesi sono stati pari a 24 miliardi di euro. Positivo anche il dato sui fondi chiusi, che hanno attratto 2,28 miliardi di euro negli ultimi tre mesi dell’anno. Un dato che dimostra l’interesse per l’investimento in strumenti che accorpano emittenti non quotati. Spostando lo sguardo sulle gestioni di portafoglio, con masse complessive pari a 1.095 miliardi euro, spiccano infine per entità del patrimonio le gestioni istituzionali (939 miliardi euro).
La puntata di “The Big Picture” ha offerto a Fabio Fois, responsabile Investment Research & Advisory di ANIMA Sgr, e Massimiliano Maxia, Fixed Income Product specialist di Allianz Global Investors, l’opportunità di dialogare sulle evidenze della ricerca. Entrambi sono arrivati alla conclusione che sarà la Federal Reserve la prima a tagliare i i tassi, perché basata su un framework economico più chiaro che la indurrà a controllare la propria politica monetaria in ottica disinflattiva. “Ridurre il costo del denaro in modo aggressivo non è più pensabile”, ha affermato Fois. Che aggiunge: “I mercati hanno probabilmente sovrastimato l’attivismo delle banche centrali ma ora si stanno riassestando verso la convinzione che i tassi scenderanno senza però crollare”.
Dello stesso avviso Maxia, che però pone l’accento sulla variabile tempo. “L’incertezza riguarda le tempistiche. Nell’area euro i dati di inflazione sono divergenti e la Banca Centrale guarderà soprattutto alla produttività e all’andamento dei salari per comprendere la traiettoria dell’inflazione”, spiega. Poi precisa: “Un possibile aumento dei prezzi causato da quest’ultimo fattore potrebbe spingere l’Eurotower a essere molto cauta nel procederei”.
Guardando invece le asset class, Fois si concentra strategicamente sull’azionario. “In particolare”, spiega, “il mercato americano poggia su un’economia che ancora una volta eviterà la recessione”. E in modo sano e robusto, “poggiandosi sulla componente dei consumi privati”. In quest’ottica, secondo lui, ha quindi senso stare sull’equity perchè si tratta un’asset class che in tutti questi anni ha dimostrato di “sapersi proteggere molto bene”. “La prospettiva del taglio dei tassi è ovviamente favorevole per gli investimenti obbligazionari”, aggiunge Maxia. “Ad oggi i rendimenti sono ancora elevati su tutte le scadenze. È interessante soprattutto il tratto con duration 3-5 anni, che presenta ottimi rendimenti con una volatilità abbastanza contenuta rispetto alle maturità più lunghe”.
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