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Sondaggio Moneyfarm: il 65% si sente preparata e il 77% è interessata ad approfondire le conoscenze. Nove su dieci voglio gestire in prima persona i propri soldi, il 49% con l’aiuto di un consulente
Aumentano le italiane pronte a giocare in prima linea nella gestione dei propri risparmi. Nonostante nella Penisola la differenza di genere nelle conoscenze finanziarie resti tra le più elevate dei Paesi Ocse, sono sempre di più le donne consapevoli e preparate. È quanto emerge da un sondaggio svolto in occasione della Giornata internazionale della donna da Moneyfarm, secondo cui il 65% delle cittadine ha sufficiente fiducia nelle proprie competenze benché solo una su cinque si ritenga esperta in materia. Con il 90% delle intervistate che mostra vivo interesse a sentirsi indipendente e protagonista nell’impiego delle finanze personali, lo studio restituisce così l’immagine di una donna ‘formica’ che accantona guardando al futuro (al fondo pensione soprattutto) e cerca spesso un professionista per farsi consigliare.
Giovani e pensionate le più competenti
Sono però ancora meno di una su quattro (il 22%) le italiane che si sentono molto competenti in materia di gestione dei risparmi, a fronte del 35% che si dice per nulla preparata. A incoraggiare, tuttavia, è quel 43% che si ritiene comunque sufficientemente informata e, soprattutto, il dato inequivocabile sull’interesse: il 77% desidera approfondire il tema. Una propensione molto forte nel 38% dei casi, mentre solo il 23% sembra aver rinunciato a prendere le redini del proprio portafoglio.
Dall’indagine emergono quattro categorie di risparmiatrici. La maggioranza (il 60%) sono le “Donne da supportare”, quelle che ammettono di aver bisogno di una maggiore educazione finanziaria. Si fermano al 20%, invece, le “Ingaggiate”, italiane che si ritengono molto preparate. Per loro esiste il noto rischio di “overconfidence”, che può portare a comportamenti di investimento non ottimali, come il fai-da-te. Seguono (18%) le “Vorrei, ma non so”, interessate ai temi finanziari ma non abbastanza preparate, e le “Potrei, ma non voglio”, un’esigua minoranza (2%) che pur sentendosi competente non vuole occuparsi del proprio denaro.
Le “Ingaggiate” sono soprattutto donne tra i 25 e i 34 anni. A loro la confidenza con la tecnologia dà ampio accesso al dibattito finanziario e agli strumenti di investimento. La categoria che ha invece la minore propensione e la più scarsa preparazione è quella delle donne tra i 45 e i 54 anni: con l’avanzare dell’età si riducono infatti la padronanza delle nuove tecnologie e l’accesso ai canali di informazione digitali, con un conseguente calo sia delle conoscenze che dell’interesse. Infine, all’avvicinarsi della pensione, la situazione si ribalta: tra i 55 e i 64 anni tornano a crescere sia l’attitudine che le conoscenze e si ricorre molto più frequentemente ai consulenti per farsi guidare (nel 61% dei casi contro una media del 49%).
Oltre la metà si ritiene più preparata della propria madre
Nonostante l’industria del risparmio sia diventata più articolata in termini di soluzioni e strumenti di risparmio e di investimento, il 55% delle intervistate ritiene di essere più competente della propria madre per compiere scelte in materia. E per il 51% l’accessibilità delle informazioni rende oggi più semplice gestire i propri soldi. Quanto alle conoscenze finanziarie, queste vengono ancora apprese soprattutto in famiglia, dai genitori (49%). Anche la curiosità personale e la voglia di saperne di più sono fattori importanti (42%), così come il consulente finanziario (31%). Il partner e la scuola giocano, invece, un ruolo più secondario (20%), al pari dei media (19%), dei siti specializzati (13%) e dei social (5%).
L’indipendenza finanziaria costa fatica
In un Paese in cui sono quasi 20mila le donne vittime di “violenza economica”, vale a dire donne che vorrebbero colmare le loro lacune nell’ambito della finanza personale ma non possono perché il partner non lo permette, il desiderio di indipendenza finanziaria e l’impegno a migliorare le proprie competenze accomunano la maggioranza delle italiane. Solo una su dieci delega totalmente la gestione del proprio denaro ad altri, mentre il 92% delle intervistate vuole seguire in prima persona i propri risparmi: chi da sola (43%), chi affiancata da un professionista (49%). Sembra anche esserci consapevolezza che l’indipendenza non sia “gratuita, bensì richieda impegno e fatica: quasi il 60% riconosce la complessità della materia, ma è altrettanto conscia del fatto che le conoscenze siano fondamentali.
Formiche inclini a investire
Le italiane spiccano poi per oculatezza. Una netta maggioranza (82%) dichiara infatti di tenere sempre sotto controllo le proprie uscite dandosi un budget mensile contro una minoranza (18%) che si rende conto a posteriori di aver speso troppo. Il 79% del campione ritiene importante essere “formiche”, cioè risparmiare e mettere a frutto i propri risparmi, a fronte di una minoranza del 21% di “cicale” che ammette di usare il denaro senza curarsi particolarmente del domani. Se entrasse improvvisamente in possesso di un extra-budget di 5mila euro, il 33% delle intervistate opterebbe per un investimento finanziario, una scelta seconda solo al viaggio (42%).
Pensione, casa e figli: si risparmia per il futuro
Infine, il sondaggio mostra che l’approccio agli investimenti delle italiane è caratterizzato da uno spiccato orientamento al futuro. Oltre ai viaggi, il 40% accantona infatti per la pensione, il 36% per l’acquisto della casa, il 27% per il benessere personale, il 23% per l’istruzione dei figli e il 16% per hobby o interessi. E il 46% è soddisfatta di sapere impiegato bene il proprio capitale, mentre il 32% è contenta di contribuire a costruire il proprio futuro tramite le scelte finanziarie. Tra i benefici indicati dalle intervistate ci sono anche la tranquillità data dalla sicurezza (29%) e dalla conta dei guadagni realizzati (21%).
“In un’industria del risparmio tradizionalmente costruita dagli uomini intorno agli uomini, la preparazione delle donne nella gestione dei risparmi, il loro crescente interesse ad approfondire e il desiderio di maggiore educazione finanziaria che emergono da questa indagine sono conferme estremamente incoraggianti di una società che si evolve, in cui le risparmiatrici vogliono avere sempre più il controllo del loro futuro finanziario”, commenta Patrizia Franchi, investment consultant manager di Moneyfarm.
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