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Il settore e il suo rapporto con i clienti al centro del confronto tra Trabattoni di Assogestioni, Ragaini di Aipb, Doris di Assoreti e Conte di ANASF. Educazione finanziaria tra le priorità. “Retrocessioni? Modello italiano è eccellenza nel mondo”
Un’industria resiliente, che è consapevole del suo valore sociale e cha ha saputo conservare la fiducia dei clienti proprio nei momenti di maggiore difficoltà. È la fotografia del risparmio gestito italiano scattata dai Presidenti delle associazioni che ne rappresentano i pilastri: Carlo Trabattoni di Assogestioni, Andrea Ragaini di Aipb, Massimo Doris di Assoreti e Luigi Conte di ANASF. I quattro sono infatti stati protagonisti della tavola rotonda che ha aperto la giornata inaugurale del Salone del Risparmio 2023, l’evento divenuto punto di riferimento per il settore.
La fiducia come motore del risparmio
A sottolineare per primo il tema della fiducia è stato Doris. “Abbiamo inanellato diversi anni difficili ma il business delle reti è andato comunque bene perché è nell’incertezza che diventa fondamentale il consulente finanziario”, ha detto, non mancando di notare quanto sia importante dotare questa figura di “strumenti e formazione per far fronte a un mondo sempre più complesso”. Ragaini ha ribadito il concetto ma parlando di “fiducia tripartita” tra cliente, banca e professionista. Un elemento che, dal suo punto di vista, ha fatto la fortuna del private banking: “Siamo passati dai 387 miliardi di euro del 2007 ai quasi mille miliardi attuali con una liquidità sui conti dei clienti rimasta costante negli ultimi cinque anni e investimenti nei mercati privati cresciuti da 6 a 7,6 miliardi nel 2022”.
A fare eco ai due è intervenuto Conte, convinto che proprio a partire dal risparmio dei cittadini l’Italia possa realizzare il suo potenziale di crescita: “Senza un continuo confronto non è possibile costruire alcun progetto di investimento che identifichi correttamente gli strumenti finanziari in base alla loro funzione. E se è vero che negli ultimi anni c’è stato un maggiore ricorso agli strumenti digitali, si è anche rafforzata la dimensione umana del rapporto”. Infine è intervenuto Trabattoni, che ha evidenziato come il nodo della questione sia la trasparenza: “La nostra industria deve aiutare il risparmiatore a capire cosa acquista e per quale scopo, favorendo la semplificazione del processo di investimento”.
Il valore della consulenza e il tema retrocessioni
Un tema, quello della fiducia e del suo valore, che ha condotto la discussione verso i lidi delle retrocessioni. “Il modello italiano è stato riconosciuto come un’eccellenza grazie alla sua capacità di sostituire al concetto di prodotto quelli, ben più complessi e condivisi, di soluzione e di strategia”, ha detto Conte. Ecco perché, a suo avviso, si sta comprendendo la dimensione di valore della consulenza e, se l’evoluzione normativa porterà a qualcosa di altro, è fondamentale che questo coinvolta tutti gli stakeholder”. D’accordo si è detto Ragaini, che ha sottolineato come il lavoro del private banker abbia una professionalità che è giusto remunerare. La commissione può essere esplicita o implicita ma l’importante è che sia trasparente. E in Italia abbiamo una delle reportistiche ex post sui costi più trasparenti che ci siano”, ha spiegato il numero uno di Aipb. Da qui, la sua sintesi: “Sarebbe un grande errore imporre ex lege di cambiare un atteggiamento che ha fatto funzionare bene l’industria”.
Dello stesso tenore le risposte di Trabattoni e Doris. Il primo, ripercorrendo le tappe che hanno portato la riforma britannica del 2012 a tagliare fuori dal mercato i piccoli risparmiatori, ha voluto mettere in guardia da “azioni centralistiche del legislatore che mirino a uniformare comportamenti tra Paesi con caratteristiche diverse”. Il secondo ha mostrato come il risparmio di costi prospettato dalla messa al bando delle retrocessioni per il risparmiatore sia relativo. “Senza inducement il prodotto costa il 35% in meno ma il cliente è tenuto a pagare una commissione di consulenza che, alla fine, non modifica l’entità del suo esborso”. Stesso ragionamento vale per il tema dei conflitti di interesse: “L’obiettivo di un consulente è acquisire il cliente e conservarlo nel tempo, motivo per cui subentra un naturale interesse a farlo pagare il giusto”. Senza contare, ha concluso Doris, che le fee consulenziali potrebbero produrre effetti collaterali in condizioni di tassi normali spingendo il professionista a costruire un portafoglio dove la parte a breve termine è la più piccola possibile di modo da farlo percepire come conveniente al risparmiatore”.
Educazione finanziaria fondamentale
Non è mancato un confronto sul tema dell’alfabetizzazione finanziaria dei più giovani, esigenza percepita come pressante da tutti e quattro i presidenti soprattutto nell’ottica di intercettare i risparmi di una fetta di popolazione ancora troppo marginale nell’industria. Per Doris, ad esempio, vanno messi nelle condizioni di conoscere più approfonditamente la materia mentre Conte ha sottolineato come lo sforzo da fare sia quello di accompagnare le nuove generazioni in un percorso che parta dalle scuole e abbia al centro anche la figura del consulente. Non solo come punto di riferimento per la gestione delle proprie risorse ma anche come possibile sbocco professionale. Da qui l’intervento conclusivo di Trabattoni, che ha posto enfasi sul progetto realizzato da Assogestioni in collaborazione con Will Media. Un’iniziativa che verrà presentata giovedì 18 in occasione della terza e ultima giornata del Salone 2023.
Guarda la conferenza su FR|Vision
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