Harrison (Schroders): “Oltre la Grande Muraglia, rendimenti e clienti”
Il manager a FocusRisparmio: “Il mercato del risparmio della Cina è una delle opportunità più significative per i gestori attivi globali in questo momento”
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Il mondo del risparmio gestito è in cerca di nuove vie per superare la crisi covid-19 e riposizionare la propria offerta in un mondo sempre più complesso e variegato.
D’altra parte, i momenti di disruption totale come quello che ci stiamo lentamente e faticosamente lasciando alle spalle servono proprio a questo. Ma questa volta è diverso.
“Questa crisi non crea nuovi trend ma fa da acceleratore a quelli già in atto all’interno dell’industria”, dice Giovanni Sandri, responsabile per l’Italia di BlackRock in un’intervista concessa qualche settimana fa a FocusRisparmio.
Per le Sgr si tratta in sostanza di trovare nuovi modi di aumentare la redditività facendo fronte a una crescente concorrenza nel campo dei prodotti d’investimento e senza al contempo gravare sui costi sostenuti dal cliente finale. Il tutto in una cornice regolamentare che stringe le maglie sulla trasparenza.
La via più battuta prima del coronavirus era quella delle aggregazioni, sia fra player nazionali sia transfrontaliere. Le ultime operazioni in ordine cronologico sono quelle ufficializzate da Jupiter con Merian Global Investors (la ex Old Mutual) e Franklin Templeton con Legg Mason.
“Durante i mesi del coronavirus questo trend sperimenta una fisiologica pausa poiché la situazione è ancora troppo confusa, ma una volta passato il picco della crisi le case prodotto avranno la necessità di fare massa critica attraverso alleanze, partnership, fusioni, acquisizioni”, sostiene Raimondo Marcialis, fondatore e amministratore delegato della società di consulenza MC Advisory, che a questo elenco aggiunge anche “investimenti, ricerca, innovazione di prodotto e soprattutto di servizio”.
Questi ultimi due punti sono fra i più sfidanti. Costruire prodotti a basso rischio con un rendimento accettabile è difficile visto il contesto di rendimenti sotto zero delle obbligazioni.
“Con il lockdown imposto dai governi si è definitivamente sdoganato il canale digitale come mezzo di lavoro, comunicazione e interazione”, sostiene Raffaele Zenti, docente in materie statistiche e quantitative e co-fondatore di Virtual B.
Per l’esperto “l’utilizzo della scienza dei dati è una carta nuova che i player del settore dovrebbero giocare poiché consente di fare piccoli miracoli: da poche informazioni basate su data analytics si possono estrarre informazioni molto utili. Questo vale, ad esempio, per la Sgr che vuole aprire un canale online ma non ha idea di quali siano i propri clienti”.
Altri gestori, invece, sono alla ricerca di nuove mete geografiche dove espandere il proprio business. “L’espansione sul mercato cinese rappresenta una delle opportunità più significative per i gestori attivi, considerando il regime normativo sempre più favorevole per le società d’investimento internazionali”, spiega a FocusRisparmio Peter Harrison, group ceo di Schroders.
La società ha da poco mosso i primi passi nel mercato dell’ex Celeste Impero ed è già in buona compagnia. Da tempo anche le banche d’affari come Goldman Sachs e Morgan Stanley si sono attivate nell’area con servizi bancari ma anche di fund management.
Sul fronte degli asset manager i precursori di questa tendenza – oltre a Schroders – sono BlackRock, Vanguard e Fidelity. Più recentemente si sta muovendo anche Neuberger Berman, come raccontato su FocusRisparmio da Nick Hoar, capo dell’area Asia-Pacifico della società.
“Già prima dell’arrivo del virus in Europa Esma si stava occupando di importanti temi di regolamentazione dei prodotti, come ad esempio gli incentivi (inducements) ai distributori, la struttura dei costi dei fondi (performance fees in primis) e l’impatto di questi sugli investitori al dettaglio (retail)”, spiega Josina Kamerling, head of regulatory outreach Emea del CFA Institute.
Non è la prima volta che le strutture comunitarie si sono trovate ad affrontare temi come questi. Nel corso degli anni la maggior difficoltà che le Authority hanno incontrato, sostiene Kamerling, riguardano le differenze normative nei diversi Stati membri che non facilitano le strutture transfrontaliere.
Con l’arrivo del virus in Europa è aumentata la volatilità sui mercati e con essa l’incertezza. Mai come in questo momento l’investitore ha bisogno di una consulenza corretta e trasparente: “E’ per questo motivo che CFA Insitute ha partecipato alla consultazione lanciata da Esma”, prosegue l’esperta. “Per noi il punto centrale rimane la trasparenza: il cliente finale deve sapere fin dall’inizio quanto e per cosa sta pagando e quanto questi costi influenza il suo profilo di rischio e il suo rendimento finale”.
Oltre che subire la pressione della regolamentazione, le Sgr sono sempre più sensibili al tema dei costi anche per via della crescente competizione con i prodotti a gestione passiva, gli Etf.
Per questo motivo alcune case d’investimento si stanno attrezzando per ridurre i costi dei propri fondi gestiti attivamente. Schroders, apripista di questa tendenza – per ora solo in Uk – ha deciso di introdurre una struttura sui costi “all-inclusive” su “una piccola percentuale dei nostri fondi che non sta generando valore in modo costante, soprattutto in riferimento alle performance”, spiega la società a FocusRisparmio.
La decisione dell’asset manager britannico è presa sulla base di un report interno che abbiamo potuto visionare in anteprima, stilato in seguito all’introduzione delle nuove normative della FCA – la Consob d’oltremanica – che richiedono ai fund manager autorizzati nel Regno Unito di fornire una stima sul valore che i loro fondi autorizzati generano nel complesso per gli investitori.