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I dati diffusi oggi da Assogestioni hanno confermato l’impatto delle continue turbolenze di mercato sull’andamento di patrimonio e flussi nel secondo trimestre. Tuttavia, al giro di boa di metà anno il bilancio sulla raccolta resta positivo, a dimostrazione della resilienza dell’industria
Nel secondo trimestre di quest’anno l’industria del risparmio gestito ha subìto 4,17 miliardi di euro di deflussi in termini di raccolta netta. Nella lettura definitiva il dato è stato rivisto lievemente al rialzo rispetto alle rilevazioni trimestrali (-4,41 miliardi la stima preliminare) e porta il patrimonio complessivo a fine giugno a 2.257 miliardi di euro.
Ampliando lo sguardo ai primi sei mesi dell’anno, il bilancio resta saldamente in territorio positivo per +6,75 miliardi di euro, confermando la resilienza dell’industria in termini di flussi.
Niente panico: è solo effetto mercato
A scalfire il patrimonio è stato infatti principalmente l’effetto della flessione del mercato che, stando alle stime dell’Ufficio Studi di Assogestioni, ha eroso circa il 7% degli asset tra aprile e giugno e l’11% da inizio anno.
L’impatto del cosiddetto effetto perimetro, legato principalmente alla mancanza delle segnalazioni del Gruppo Azimut, uscito dall’Associazione lo scorso luglio, viene quantificato invece circa al -2%.
L’effetto raccolta ha inciso in modo molto limitato: lo spaccato dei dati evidenzia infatti un saldo sostanzialmente invariato (-851 milioni di euro i flussi netti) per i fondi aperti, termometro del sentiment del mercato retail, il cui patrimonio gestito ammonta a 1.095 miliardi a fine giugno.
Nel dettaglio, la lettura definitiva del secondo trimestre conferma l’appetito degli investitori retail per le categorie più rischiose di fondi aperti, con i prodotti azionari e bilanciati che hanno registrato afflussi netti pari rispettivamente a +6,4 miliardi e +1,7 miliardi. Prosegue invece la fuga dal comparto obbligazionario (-9,8 miliardi). In particolare, si nota come nel primo semestre la raccolta netta dei fondi azionari, pari a +15,61 miliardi, abbia più che compensato la disaffezione dai prodotti obbligazionari di -15,28 miliardi. In questo scenario, sono soprattutto i fondi azionari internazionali ad attrarre gli investitori, con flussi per +4,91 miliardi nel secondo trimestre.
Pir e fondi sostenibili poco mossi. Le gestioni di portafoglio arrancano
Il patrimonio di fondi PIR compliant è rimasto sostanzialmente invariato a 18,97 miliardi a fine giugno, per una raccolta netta di -42,9 milioni, suddivisa tra i -195,6 milioni dei 65 PIR ordinari censiti e i +152,7 milioni rilevati per i 13 PIR alternativi comunicati.
Lo spaccato sui fondi aperti sostenibili riporta invece una raccolta netta di 4 miliardi per i prodotti Articolo 8 SFDR e di 1,3 miliardi per quelli Articolo 9. Il totale di 5,34 miliardi sottoscritti tra aprile e giugno porta il patrimonio complessivo a 416,73 miliardi di euro.
Infine, sul fronte delle gestioni di portafoglio è stato confermato l’andamento emerso dalle stime mensili: nei tre mesi a fine giugno la raccolta netta è stata di -4,9 miliardi, per un patrimonio gestito di 1.081 miliardi.
Per quanto riguarda la raccolta delle società, nel trimestre brillano Poste Italiane (+1,35 miliardi), Gruppo Mediolanum (1,04 miliardi) e il Gruppo Deutsche Bank (+617 milioni), mentre a registrare i rossi più pesanti sono il Gruppo Intesa Sanpaolo (-4,67 miliardi, con Eurizon a -5,61 miliardi) e il Gruppo Generali (-3,91 miliardi). Una nota di quest’ultimo precisa come il risultato di Generali sia dovuto “principalmente a flussi infragruppo, tra le controllate e la Capogruppo, e al pagamento del dividendo da parte di Assicurazioni Generali SpA”.
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