Aumenta la ricchezza delle famiglie italiane
Nel 2021 su del 3%, 176.000 euro pro capite. Ma cala dell’1,1% in termini reali. Corre il valore delle attività finanziarie (+6,6%) grazie ai guadagni su azioni e fondi comuni
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Il difficile contesto, tra guerra e inflazione, ha reso più pessimiste le famiglie italiane che a causa del caro vita riescono ad accantonare meno e preferiscono tenere i risparmi già accumulati fermi sui conti correnti. E così dall’indagine Acri-Ipsos, in occasione della 98esima giornata del Risparmio, emerge un dietrofront rispetto agli ultimi anni. E viene completamente ribaltata la fotografia del 2021 che mostrava una forte ventata di ottimismo grazie alla progressiva uscita dalla pandemia.
Il 2022 ha colpito duro: la guerra in Ucraina e il balzo dell’inflazione trainato dai prezzi energetici hanno rovesciato totalmente la prospettiva. Il saldo tra ottimisti e pessimisti passa infatti da +20 a -32 (26% ottimisti e 58% pessimisti), con oltre un terzo di chi vede nero convinto che già nei prossimi 12 mesi sarà molto più difficile risparmiare.
Il peggioramento delle attese è sia legato all’inflazione sia alle preoccupazioni per il futuro. Infatti, le famiglie colpite da una situazione lavorativa sfavorevole sono rimaste invariate e il tenore di vita è peggiorato per il 19% (contro un 10% del 2021), il 38% ha vissuto difficoltà, mentre coloro che hanno vissuto un miglioramento sono solo il 7%, circa la metà rispetto allo scorso anno.
Malgrado però l’aumento del desiderio di mettere da parte delle riserve visto il futuro incerto, l’aumento del costo della vita porta più di un terzo degli italiani (35%) a dire che risparmierà meno (solo 11% in misura maggiore), cambiando gli equilibri registrati fino allo scorso anno. Si ha quindi, sottolinea l’indagine “un marcato calo delle famiglie in risalita o con un trend positivo di risparmio (23% vs 35%) e raddoppiano le famiglie che stanno affrontando o che affronteranno una crisi grave o moderata nella capacità di accumulo (35% vs 18%)”.
Le famiglie che erano in una posizione intermedia, ‘in galleggiamento’, stanno scivolando verso una situazione di difficoltà o di rischio. Il 17% infatti è dovuto ricorrere ai risparmi accumulati contro l’11% dell’anno precedente e il 6% a prestiti (era il 4%). E si riducono quelle in grado di far fronte con mezzi propri alle difficoltà: il 39% (contro il 42% del 2021) potrebbe affrontare con serenità una spesa imprevista pari a 10.000 euro, il 75% (era il 79%) una di 1.000.
Intanto la liquidità torna a superare il mattone nelle scelte di chi riesce a risparmiare. Il fenomeno non si registrava dal 2014, sulla scia della crisi del debito sovrano dell’anno prima. Sono 35 italiani su centro (28 lo scorso anno) quelli che interpellati su quale sia il migliore modo di investire i risparmi alla luce dell’attuale situazione economica indicano appunto ‘nessuno’ e quindi lasciare le proprie disponibilità liquide.
Tiene comunque la percentuale di italiani che indica il ‘mattone’ (32 come lo scorso anno) e si riduce la minoranza di italiani che predilige gli strumenti finanziari più a rischio. “La liquidità è difficile da scalfire perché assorbe tanti bisogni: rasserena e dà l’idea del risparmio che sto accumulando. Invece l’investimento esce dalla mia sfera ed entra in quella dell’operatore finanziario professionista”, osserva Andrea Alemanno, curatore della ricerca.
“Sebbene per gli italiani il risparmio rimanga una fonte di rassicurazione e di tutela, molte famiglie prevedono delle difficoltà nell’accumulare risparmi nei prossimi 12 mesi. Molte infatti, nel corso dell’anno sono state costrette ad attingere ai risparmi passati o a prestiti per mantenere il proprio tenore di vita. Questa prospettiva poco rosea alimenta la tendenza degli italiani a non investire affatto i loro risparmi, ma a tenerli congelati sui conti correnti”, commenta Francesco Profumo, presidente dell’Acri.
Profumo nota però un aspetto positivo: “Nell’ipotesi di investimento, molti lo farebbero in attività con ripercussioni positive sulla società e sostenibili per l’ambiente”.
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