L’innovazione tecnologica sta viaggiando a un ritmo mai osservato prima. Tra le aree che offrono maggior potenziale di sviluppo per gli investitori, l’automazione industriale, i trasporti, la salute e i tech enablers
In principio fu un Etf: Robo-Stox Global Robotics and Automation Go Ucits Etf, di Etf Securities, il primo fondo passivo europeo nel settore dell’automazione e della robotica globale acquistabile in Italia, dalla fine del 2014. Che si tratti di un tema appetitoso lo dimostra un fatto come quello che ha riguardato il Pictet-Robotics, arrivato a ottobre 2015 con la firma della casa svizzera che vanta una forte expertise in megatrend: il successo è stato tanto che al momento le sottoscrizioni sono chiuse. “Il comparto investe principalmente in titoli di società che contribuiscono alla catena del valore nella robotica e nelle tecnologie o traggono profitto da esse – dice il gestore del Pictet-Robotics Peter Lingen – Privilegiamo società che operano in componenti e applicazioni per la robotica, automazione, sensori, microcontrolli, stampa 3D”. La giapponese Fanuc, la tedesca Siemens, Alphabet, l’ex divisione di Google passata di mano alla nipponica Softbank a giugno, sono i primi tre nomi del portafoglio. Nomi che peraltro ricorrono in tutti gli interventi raccolti da Focus Risparmio presso i gestori. L’offerta di prodotti con focus sulla robotica nel giro di due anni si è ampliata, includendo alcuni fondi azionari e un gruppo di ETF. Tutti pronti a cavalcare quello che è considerato il megatrend dell’industria. Con uno spazio di crescita enorme: si stima infatti che la spesa in robotica raggiungerà i 67 miliardi nel 2025, dai 27 del 2015.
Johan Van der Biest, gestore del Candriam Equities L Robotics & Innovative Technology di Candriam Investors Group
“L’innovazione tecnologica sta viaggiando a un ritmo mai osservato prima. L’utilizzo dell’apprendimento automatico e dell’intelligenza artificiale, la tecnologia Big Data, la transizione al cloud pubblico, il maggiore uso di Oled, la realtà virtuale, la tecnologia 5G, l’Internet delle Cose, la robotica avanzata, la pubblicità programmatica sono solo alcuni esempi delle incredibili tendenze in cui la strategia sta investendo”, dice Johan Van der Biest, gestore del Candriam Equities L Robotics & Innovative Technology di Candriam Investors Group, che ritiene che “solo il 20-30% delle potenzialità offerte dalla robotica sia stato a oggi sfruttato”. La strategia di Candriam è basata “su un approccio high conviction bottom-up che si concentra sulle imprese che presentano una crescita degli utili superiore alla media, un forte posizionamento competitivo e un impiego di tecnologie innovative. I titoli vengono selezionati a partire da un universo azionario su scala globale e vanno a comporre un portafoglio di 50 posizioni. A ottobre, la robotica ha di gran lunga sovraperformato il mercato azionario globale, fondamentalmente sulla scia di risultati di aziende come Microsoft, Alphabet e Amazon eccellenti nel terzo trimestre”.
Aziende come Facebook, Alphabet, Intuitive Surgical, Rockwell Automation, Salesforce, Omron, Delphi, Keyence e PayPal sono tra quelle su cui il fondo di Candriam detiene le maggiori posizioni.
Matthew Lovatt, head of business development di AXA Investment Managers
“Le aree che offrono maggior potenziale di sviluppo per gli investitori, secondo gli esperti dell’AXA World Funds Framlington Robotech, sono quelle dell’automazione industriale, dei trasporti, della salute e dei “tech enablers”, ovvero semiconduttori, software e connettori”, aggiunge Matthew Lovatt, head of business development di AXA Investment Managers: “La crescente applicazione della robotica in molti settori, dalla salute alla logistica, porta con sé un ventaglio enorme di possibilità. Si pensi, per esempio, come lo sviluppo dei cobots, robot che possono lavorare in tutta sicurezza accanto agli umani in una fabbrica, apra un enorme potenziale di opportunità con la sua applicazione in industrie molto diverse. Si stima inoltre che l’aggiornamento del settore manifatturiero con le ultime innovazioni tecnologiche di robotica dovrebbe risultare in un contenimento dei costi superiore ai 500 miliardi di dollari. Insomma, siamo solo all’inizio di questa nuova era”.
L’andamento della spesa in robotica
Tutti i fondi disponibili in Italia investono in un contesto globale e con una strategia che parte dalla singola storia aziendale. Non fa eccezione il Credit Suisse (Lux) Global Robotics Equity Fund, di cui parla Frank di Cocco, responsabile della distribuzione retail di Credit Suisse: “Presidiamo questo tema in modo disciplinato e cercando una esposizione che definiamo pura con società che abbiano almeno il 50% del fatturato dalla cessione di beni e servizi legati direttamente alla robotica, intelligenza artificiale e automazione. Il fondo ha tre campi di applicazione principali: incremento della produttività, miglioramento della qualità della vita, svolgimento di attività pericolose. Quando parlo di incremento della produttività penso al ruolo che la robotica può avere nel migliorare la produzione, in considerazione del minor numero di nuovi posti di lavoro e dell’aumento del relativo costo. Sistemi robotizzati altamente sviluppati sono poi sempre più necessari visto lo sviluppo demografico e il miglioramento degli standard di qualità e sicurezza. Infine ritengo che, a seguito della costante ottimizzazione dell’efficienza e dei costi dei robot, crescerà la domanda di automazione di lavori rischiosi e ad alta intensità. Il fondo viene gestito attivamente, con una gestione del rischio ben diversificata. Selezioniamo le aziende seguendo un approccio bottom-up, con un chiaro focus sui fondamentali. Il portafoglio è generalmente composto da 30-60 titoli”. Tra i principali figurano, Duerr, Omron, Hexagon, Verint Corporation.
Da inizio anno i fondi che investono in automazione e sicurezza, i due megatrend dell’era digitale, riportano rendimenti a doppia cifra. “E siamo solo all’inizio”, spiega Filippo Rima, responsabile azionario globale di Credit Suisse.
Dall’avere una visione e un business case digitali allo sviluppo di una “cultura dell’innovazione”, passando per l’adozione tempestiva di tecnologie avanzate e facendo attenzione al problema della cybersecurity, quali sono le diverse tappe del percorso per diventare digital innovator nel settore della gestione del risparmio e dell’investment management?
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