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Diversi fondi dedicati al mercato russo hanno dovuto sospendere i rimborsi per l’impossibilità di trattare i titoli in portafoglio. La banca centrale ha bloccato il pagamento delle cedole sulle obbligazioni in rubli
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Con il valore dei titoli russi sceso in prossimità dello zero e l’impossibilità di trattarli a causa dell’isolamento finanziario di Mosca e la chiusura della borsa nazionale, ai gestori non sono rimaste alternative se non quella di sospendere o chiudere alcuni fondi esposti alle attività russe o dedicati ai mercati emergenti dell’Europa dell’Est.
Diverse fund house hanno sospeso o avviato la liquidazione dei prodotti dedicati alla Russia o all’area Emerging Europe. Ignites Europe (testa del Financial Times dedicata al risparmio gestito) cita JPMorgan Asset Management e Pictet fra i primi a sospendere la negoziazione di fondi azionari russi, un elenco cui il giornale ha poi aggiunto Schroders, Franklin Templeton e Dws.
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“Riteniamo che ulteriori fondi incentrati sulla Russia possano sospendere i rimborsi, spinti inizialmente dall’impossibilità di negoziare i titoli in portafoglio”, afferma Fitch Ratings in una nota. I fondi possono sospendere temporaneamente il rimborso (in gergo tecnico gating) se la liquidità disponibile è insufficiente per soddisfare le richieste di rimborso o se la chiusura di un mercato crea problemi correlati alla negoziazione dei titoli nei propri portafogli. Anche le stesse banche depositarie potrebbero avere problemi sulla capacità di eseguire flussi di cassa, in particolare quando le attività sono sub-depositate in Russia.
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Secondo la base dati Lipper i fondi comuni europei dedicati esclusivamente alla Russia contano un totale di masse in gestione (aum) di 5,7 miliardi di euro a fine gennaio 2022 mentre i fondi incentrati sui mercati emergenti globali (aum combinato di circa 640 miliardi), hanno un’esposizione media di circa il 4% alla Russia.
Nell’attesa che la situazione torni sotto controllo la Russia e i suoi mercati finanziari sono finiti nel mirino degli index provider che meditano la sua estromissione da tutti gli indici. Stoxx rimuoverà 61 società russe dai suoi indici; l’elenco comprende la maggior parte delle principali società russe, come Gazprom, Lukoil, Sberbank, Rusal e Aeroflot. Al contempo anche MSCI ha detto a Reuters di stare valutando la possibile rimozione della Russia da tutti i suoi indici. Sulla stessa linea di valutazione anche JP Morgan per i suoi indici del mercato obbligazionario, e S&P Dow Jones Indices.
Obbligazionario Russia e Europa Emergente
Il settore obbligazionario è ancora più rovente dopo che la banca centrale ha bloccato il pagamento delle cedole agli investitori stranieri in obbligazioni in rubli, gli Ofz, definendo la misura una decisione temporanea per sostenere i mercati sulla scia delle sanzioni internazionali. Solo due giorni prima aveva vietato la vendita dei titoli russi in mano agli stranieri. Stando alle stime di Bloomberg, ammonta a ben 29 miliardi di dollari, circa 3.000 miliardi di rubli, il debito russo finito sotto il divieto della banca centrale. E il primo banco di prova sarà il 3 marzo, con il pagamento delle cedole con scadenza 2024.
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Azionario Europa dell’Est

Secondo Lipper i fondi comuni dedicati all’Europa emergente hanno un’esposizione alla Russia fino a circa il 25% delle masse. Relativamente all’Ucraina, invece, l’esposizione diretta dei fondi emerging markets è bassa, con una media di circa il 2%.
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“Conoscere a fondo” è la rubrica di FocusRisparmio.com in cui passiamo al setaccio una specifica asset class su un orizzonte di investimento di medio-lungo periodo, coinvolgendo i gestori dei fondi top performer in un’analisi a più voci sui driver di performance e sulle prospettive di rendimento dei prossimi mesi.
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