Il fondatore di Engadine Partners e Cio di Kairos IM a Londra dopo l’accordo di partnership tra le due società con l’obiettivo di rafforzare e far leva sulla loro reciproca expertise nel settore degli investimenti, racconta i dettagli della sua strategia e indica la strada per lo sviluppo futuro
Intervista con Marcello Sallusti, fondatore di Engadine Partners e chief investment officer di Kairos Investment Management Londra.
Il mondo degli investitori più sofisticati torna a guardare con interesse verso il mondo hedge, che ritrova popolarità dopo un periodo di scarse attenzioni. Quali sono i motivi?
Marcello Sallusti, fondatore di Engadine Partners e chief investment officer di Kairos Investment Management Londra
In Europa è stato introdotto un set di regole sulla disclosure più completo e armonizzato che rende i prodotti più trasparenti; inoltre, l’abbassamento delle soglie all’investimento agevola l’industrializzazione del prodotto. A ciò si aggiungono due fattori: da un lato vedo una maggior sensibilità e maturità di alcune categorie di investitori, dall’altro una miglior predisposizione dei gestori stessi la cui struttura organizzativa si è evoluta con il potenziamento dei team di business development e investors relations.
Brexit ha rappresentato un duro colpo all’appeal dei prodotti, come se ne viene fuori?
Dopo Brexit l’accesso in Europa per i fondi hedge con base a Londra è più difficile ed ha reso necessario lo sviluppo di accordi strategici che agevolino la distribuzione. È essenziale per continuare o iniziare ad offrire le strategie sviluppate a Londra, che rimane un centro finanziario strategico, ai clienti europei o per costruire rapporti con reti e network già insediati e ben ramificati.
È la logica seguita con il recente accordo con Kairos?
L’accordo che abbiamo stretto si ispira a questa logica. Kairos da questo punto di vista è il partner perfetto poiché ci permette di sviluppare sinergie sia in Italia, dove vanta una solida presenza sul mercato, che in Europa, grazie all’appartenenza a un gruppo bancario svizzero che opera a livello globale come Julius Baer. L’obiettivo è quello di unire le competenze di Engadine con quelle di Kairos, ed offrire una gamma prodotti innovativa tra cui anche soluzioni che siano mirror della strategia che caratterizza Engadine fin dal lancio nel 2016 e al contempo compliant con le norme europee.
La società di analisi e consulenza Cerulli propone un quadro dell’industria “frammentato” e per questo ricco di “opportunità”. Quale è la vostra strategia?
Gli intermediari sono alla ricerca di manager hedge specializzati e con una value proposition convincente. Sono le caratteristiche della nostra strategia direzionale long/short. Sul lato long del book ci concentriamo su un universo di mid-cap europee con una market capitalisation compresa fra 2-2,5 e 20-25 miliardi di euro, con uno sweet spot nella fascia bassa della forchetta, dove cerchiamo di inviduare i cosidetti future compounders, vale a dire società di dimensione ancora relativamente ridotte ma che pensiamo abbiano un business model che consenta loro di essere disruptors di attività esistenti e di conquistare rilevanti quote di mercato su base globale. In portafoglio ci sono circa 30-35 società. Nel lato short – che è un profit center della strategia e non semplicement un hedge – ci concentriamo su quelle società in cui riteniamo che il business possa essere disrupted o penalizzato da una governance opaca o da una struttura di capitale non adeguata e sulle frodi. L’approccio all’analisi è lo stesso sia sul lato long che short, vale a dire un bottom-up puro che si basa sull’analisi approfondita di tutti i documenti di bilancio, interviste con le società con i loro clienti, fornitori, e competitors. Per farlo mi avvalgo di un team internazionale di analisti e revisori contabili specializzati nell’analisi dei bilanci (forensic accounting). Dopo aver individuato le aziende potenzialmente interessanti, tramite modelli di screening proprietari, parte il contatto con il management, le funzioni di investor relations e le altre funzioni chiave delle aziende in oggetto. Mi occupo personalmente degli incontri con i top managers, delle visite nelle aziende e dei colloqui con i responsabili delle linee di prodotto e delle funzioni chiave per approfondire le logiche operative, produttive e commerciali delle aziende.
Quali sono i successivi piani di crescita in Europa?
Nei piani di lungo termine c’è l’ulteriore sviluppo delle relazioni con la clientela istituzionale, come fondi pensione, family offices, fondazioni. Stiamo infatti potenziando i presidi commerciali in Europa – ed in particolare in Italia e in Svizzera. Una puntualizzazione: oggi uno degli aspetti più importanti per accedere alla clientela istituzionale è quello delle relazioni con gli advisors finanziari, che vanno curate con particolare attenzione. Per accedere agli investitori è infatti essenziale avere passato il loro processo di due diligence essere presenti nelle loro recommended lists.
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