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Il Sesto Rapporto Assogestioni-Censis, presentato alla plenaria di chiusura del Salone 2025, mostra che l’84,5% dei nostri connazionali ha capitali da parte e il 60% vuole impiegarli a lungo termine. Ma truffe e quadro globale rappresentano un freno. Ecco la strategia per rimuoverlo
Gli italiani hanno interesse a lanciarsi sui mercati, anche al netto delle tante incognite che caratterizzano l’attuale stagione storica. Eppure, non smettono di serbare cautela. È questa la principale evidenza emersa dal VI Rapporto Assogestioni-Censis, che è stato presentato alla plenaria di chiusura del Salone 2025 per aggiungere un nuovo capitolo all’opera di esplorazione della relazione tra i nostri connazionali e il risparmio avviata nel lontano 2019. Lo studio ha infatti evidenziato che i cittadini della Penisola sarebbero anche pronti a ridurre la liquidità ferma sui conti correnti e investire, ma hanno bisogno di una guida per muoversi tra le tante minacce presenti nel quadro economico e politico internazionale. Una panoramica che ha rappresentato il punto di partenza per riflettere su come ripensare la figura del consulente e innovare l’educazione finanziaria.
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Largo agli investimenti, ma con cautela
Nel dettaglio, lo studio ha rivelato tendenze contrastanti: se infatti l’84,5% degli italiani ha capitali accumulati in passato e capacità attuale di risparmiare, oltre il 70% di chi risparmia non considera più la liquidità una garanzia di sicurezza. Una diretta conseguenza del biennio di iperinflazione da poco archiviato, che ha abbattuto la percezione dei soldi fermi sul conto corrente come paracadute contro situazioni di emergenza. Ecco allora spiegato perché solo il 23,8% del campione analizzato preferisce conservare le proprie disponibilità sotto forma di cash, mentre sale al 46,9% la quota di chi già negozia strumenti finanziari e al 29,3% quella di vuole di farlo in futuro. Cresce anche la propensione a investimenti di durata pari ad almeno cinque anni, con il 60% degli intervistati che si dice favorevole contro il 47,9% del 2022.
E spunta il tema truffe
Sembra dunque che i nostri connazionali siano finalmente più propensi a lanciarsi sui mercati, anche se non mancano minacce che rischiano di trasformare questa positiva intenzione in un boomerang: l’88% ha infatti dichiarato di continuare a serbare cautela in considerazione di un contesto internazionale che non smette di incutere timore a causa di guerre e instabilità. Ma il fattore che più preoccupa i risparmiatori tricolore, rappresentando una novità nella serie di rilevazioni operate in questi anni da Assogestioni e Censis, consiste nelle potenziali truffe: il 47,8% si è visto proporre investimenti nel trading online sui social o al telefono, il 51,9% ha ricevuto messaggi provenienti da fonti sospette per fargli condividere le credenziali finanziarie e quasi due terzi (59,5%) sono stati raggiunti da pubblicità di piattaforme che annunciavano grandi guadagni con piccole somme ma senza esplicitarne i rischi. Pratiche scorrette delle quali, tuttavia, molti sono consapevoli e da cui quindi si tengono alla larga. L’82%, ad esempio, diventa cauto di fronte a proposte di conti depositi che offrono tassi molto alti mentre più del 77% tende a diffidare quando gli viene prospettata l’”occasione” di acquistare in autonomia criptovalute o se determinati siti web chiedono di memorizzare i propri dati sensibili.
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