L’allentamento delle politiche monetarie restrittive da parte della Federal Reserve, unito a un nuovo possibile Tltro della Bce, potrebbe continuare ad alimentare il rally dei mercati visto da inizio anno
Ann-Katrin Petersen, vice president Global Economics & Strategy di AllianzGI
Le proverbiali rondini che fanno primavera non si sono ancora viste, ma le colombe sì. Almeno da quando la Federal Reserve e la Banca Centrale europea hanno deciso di abbandonare una strada di irrigidimento che sembrava già tracciata e di rallentare la stretta. “Dopo aver alzato i tassi nove volte in totale dal 2015, una Federal Reserve più paziente sta prendendo tempo prima di fare il prossimo passo. Contemporaneamente, sta pensando di intervenire sul proprio bilancio in modo più graduale, prelevando meno liquidità dai mercati”, commenta Ann-Katrin Petersen, vice president Global Economics & Strategy di AllianzGI.
Nel frattempo, Mario Draghi ha prospettato la possibilità di nuovi Tltro Targeted Longer-Term Refinancing Operations: operazioni di rifinanziamento a lungo termine con cui la BCE concede prestiti a basso costo alle banche). “Il Consiglio della Bce avrà bisogno di tempo per definire le condizioni concrete della futura offerta di liquidità. Probabilmente, in assenza di un significativo miglioramento dei dati economici dell’area euro, modificherà la forward guidance. In tal caso, il primo rialzo dei tassi da luglio 2008 non dovrebbe avvenire prima del 2020”, aggiunge Petersen.
Questo basterà a tranquillizzare gli investitori sulla possibilità che il rally di inizio anno continui? Per Petersen forse non basteranno le colombe a rischiarare l’orizzonte, ma “anche gli indicatori economici dovranno mostrare i primi germogli di ripresa, e certamente occorrerebbero tweet più costruttivi in tema di scambi commerciali”. Il tasso di crescita è diminuito – fattore non strano in contesto di fine ciclo – ma anche le tensioni commerciali tra Usa e Cina hanno lasciato il segno. “La buona notizia è che almeno, dopo un lungo periodo di debolezza, è aumentata la probabilità di una temporanea ripresa”, aggiunge, ribadendo che in ogni caso le banche centrali dovrebbero procedere in modo cauto, seppure in un contesto generale di normalizzazione.
Andrew Keirle, gestore del fondo T. Rowe Price Emerging Local Markets Debt Strategy
Opinione condivisa da Andrew Keirle, gestore del fondo T. Rowe Price Emerging Local Markets Debt Strategy: “le principali banche centrali a livello globale hanno interrotto i propri sforzi di quantitative tightening. Questo passaggio verso un atteggiamento più cauto potrebbe offrire nuova speranza agli investitori preoccupati per il rallentamento della crescita, specialmente se ciò porterà una nuova ondata di liquidità sui mercati”. Per l’esperto di T. Rowe Price è in particolare il cambiamento di tono da parte della Fed uno dei driver principali del rally degli asset rischiosi partito a inizio anno.
Ma ovviamente avrebbero impatto positivo anche l’ipotesi di un nuovo Tltro da parte della Bce e la possibilità di un taglio dei tassi della Reserve Bank of Australia. “La retorica da colomba da parte di alcune delle principali banche centrali ha alimentato l’ottimismo degli investitori sulla possibilità di godere di condizioni finanziarie più accomodanti nel 2019”, commenta Keirle, sottolineando che questi sviluppi hanno rappresentato una tregua gradita per i mercati del credito: “infatti, le condizioni ora sono molto più favorevoli all’emissione di bond da parte delle aziende investment grade rispetto alla seconda metà del 2018”. E se le principali banche centrali dovessero proseguire con il tono da colomba, la parte a breve termine della curva dei rendimenti potrebbe vedere buone performance per la maggioranza dei mercati obbligazionari tradizionali.
L’istituzione guidata da Mario Draghi non alzerà i tassi almeno fino al termine del 2019, mentre dal prossimo settembre inizierà una serie di operazioni trimestrali mirate di rifinanziamento a più lungo termine
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