5 min
FIDA ha passato in rassegna i prodotti della categoria distribuiti in Italia per individuare quelli più performanti. Tanti gli approcci adottati, ma l’Europa resta l’area geografica preferita dai gestori per costruire i propri portafogli. E in classifica le case francesi la fanno da padrone
*Financial Analyst di FIDA
Nel firmamento della finanza contemporanea, una costellazione di nuovi strumenti d’investimento brilla con particolare intensità: i fondi comuni sostenibili. Non un mero esercizio di filantropia: veicoli d’investimento che abbracciano la dimensione etica rappresentano la risposta sofisticata del mondo finanziario alle epocali sfide che il nostro pianeta si trova ad affrontare. Eppure, alla luce dei nuovi venti politici che spirano dalla sponda orientale dell’Atlantico, sempre più investitori si chiedono se queste soluzioni siano soddisfacenti anche dal punto di vista del rendimento. FocusRisparmio ha passato in rassegna i prodotti della categoria distribuiti in Italia per cercare di rispondere a questa domanda e offrire ai lettori una panoramica dei dieci best performer.
📰 Leggi anche “AI, i migliori fondi azionari per investire nell’innovazione“
Un universo diversificato
A circoscrivere l’universo d’osservazione è stata Finanza Analisi Dati (FIDA), società di ricerca e analisi per il risparmio gestito, che ha dovuto scandagliare un vasto ventaglio di strumenti a rappresentanza dei molteplici approcci alle politiche ESG: i fondi settoriali sulle energie alternative, i PAB (Paris-Aligned Benchmark), i Net Zero, i prodotti sulla transizione energetica, i tematici con focus sull’ecologia. Si tratta di 672 veicoli finanziari che, pur innestandosi nell’ampio paradigma che contempla anche fattori sociali e di governance, eleggono la dimensione ambientale a criterio preminente di selezione e valutazione degli attivi. Caratteristica da cui discende l’uso di metriche come la carbon footprint, le politiche di gestione idrica o l’impronta ecologica complessiva delle attività aziendali. Per l’investitore che ricerca un equilibrio sapiente tra impatto ambientale e diversificazione settoriale, queste soluzioni rappresentano quindi una via mediana capace di coniugare l’aspirazione a un’economia più verde con i principi prudenziali della diversificazione del rischio.
L’importanza di una selezione adeguata
La strategia focalizzata sulle energie alternative rappresenta l’archetipo dell’investimento sostenibile. Con un’attenzione quasi filologica al settore energetico rinnovabile, questi fondi indirizzano il capitale verso le imprese che cavalcano l’onda della produzione energetica pulita. Il novero delle opportunità include quindi sia astri nascenti sia giganti consolidati nei campi del solare, dell’eolico, dell’idroelettrico, nonché delle più innovative tecnologie geotermiche e delle biomasse. Ma se l’attrattività del segmento risiede proprio nel focus su un mercato che l’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede sia destinata a una crescita prodigiosa, non mancano vulnerabilità. La focalizzazione settoriale espone, ad esempio, alle intemperie tipiche dei mercati caratterizzati da rapida evoluzione tecnologica e forte influenza normativa.
📰 Leggi anche “Obbligazionario, opportunità e rischi tra Latam e Oriente“
Fondi PAB
I fondi PAB si distinguono invece per l’aderenza a criteri quantitativi derivati direttamente dai rigidi accordi climatici di Parigi per contenere il riscaldamento globale entro la soglia di 1,5°C rispetto all’era preindustriale: questo significa una decurtazione delle emissioni di carbonio pari ad almeno il 50% rispetto ai benchmark convenzionali, esclusione delle imprese legate alle fonti fossili e un percorso di decarbonizzazione progressiva che comporti una riduzione annua delle emissioni di almeno il 7%. Per chi non si senta eccessivamente vincolato dalla rigidità dei parametri, trasparenza e rigore metodologico nella selezione rappresentano vantaggi incomparabili.
Fondi Net Zero
I prodotti Net Zero incarnano una visione prospettica dell’investimento sostenibile, rivolgendo lo sguardo non tanto alla fotografia attuale delle emissioni aziendali quanto al cammino intrapreso verso la neutralità carbonica. Da qui la selezione di imprese che hanno assunto impegni credibili per raggiungere un bilancio netto nullo tra emissioni prodotte e assorbite, in un orizzonte temporale definito. Gli investitori che optano per questa strategia non devono rifuggire necessariamente dai settori ad alta intensità carbonica, purché le aziende dimostrino di aver intrapreso un percorso di trasformazione autentico e verificabile. Si tratta, in sostanza, di un approccio che conserva un certo pragmatismo e riconosce la complessità della transizione verso un’economia decarbonizzata senza però rinunciare al rigore.
📰 Leggi anche “Fondi, azioni USA e tech tra i vincitori 2024. Le classifiche“
Prodotti sulla transizione energetica
Le soluzioni dedicate alla transizione energetica abbracciano una visione sistemica del cambiamento necessario. Questi fondi riconoscono cioè che la metamorfosi del sistema energetico richiede non solo nuove modalità di generazione, ma anche innovazioni rivoluzionarie in attività come lo stoccaggio e la distribuzione dell’energia. La peculiare attrattiva della categoria risiede quindi nella sua architettura diversificata, che permette di investire anche in tecnologie di frontiera e fornisce ai portafogli una garanzia contro possibili fluttuazioni di specifici segmenti di mercato. Per chi predilige una visione d’insieme, senza rinunciare alla focalizzazione tematica, si tratta di un valido compromesso tra specializzazione e diversificazione.
Fondi Ecologia e Ambiente
Al vertice della piramide della diversificazione si collocano però i fondi Ecologia e Ambiente, che incarnano l’approccio più comprensivo alle sfide derivanti dalla questione ecologica. Il loro sguardo abbraccia tematiche variegate: dalla gestione virtuosa dei rifiuti alla preservazione delle risorse idriche, dall’agricoltura sostenibile alla salvaguardia della biodiversità, dall’economia circolare alla lotta contro molteplici forme di inquinamento. Per l’investitore che ricerca un’esposizione caleidoscopica alle opportunità legate alla sostenibilità ma senza volersi vincolarsi a specifiche nicchie tematiche, questi veicoli offrono l’opzione ideale. Non solo: la loro ampiezza d’orizzonte può rivelarsi preziosa in un contesto che vede l’attenzione normativa e sociale spostarsi ciclicamente tra diverse priorità ambientali, garantendo una presenza in molteplici aree di potenziale crescita.
📰 Leggi anche “Azionario, i migliori fondi ed ETF sulle infrastrutture“
Come scegliere
Gli spiriti pionieristici, inclini ad abbracciare le fluttuazioni di mercato in cambio di potenziali rendimenti elevati, potrebbero gravitare verso i fondi focalizzati sulle Energie Alternative o su tecnologie di frontiera nella transizione energetica. I profili con minore avversione al rischio, che prediligono la stabilità e la prevedibilità, dovrebbero invece trovare conforto nell’approccio metodico dei fondi PAB o nella diversificazione dei fondi Ecologia e Ambiente. L’orizzonte temporale gioca anch’esso un ruolo cruciale: le strategie più innovative e dirompenti tendono a dispiegare il proprio potenziale su archi temporali estesi, richiedendo pazienza e visione a lungo termine. Gli investitori con vincoli temporali più stringenti potrebbero preferire approcci più consolidati e meno volatili. Non da ultimo, la natura dell’impatto ambientale desiderato dovrebbe orientare la scelta: chi assegna priorità assoluta alla questione climatica potrà propendere per i PAB o i Net Zero, mentre è probabile che chi nutre preoccupazioni per altre sfide ecologiche trovi maggiore soddisfazione nei fondi Ecologia e Ambiente.
La top ten

Rispecchiando a pieno l’ampiezza delle opzioni strategiche che la categoria dei fondi sostenibili ha da offrire, la classifica costruita da FIDA si caratterizza per la presenza di prodotti con approcci diversi: dal Net Zero alla transizione energetica fino al focus sul clima. Quello che invece colpisce dell’analisi è la presenza in testa alla classifica di molti asset manager francesi, a dimostrazione di come al di là delle Alpi il tema ambientale sia particolarmente esplorato dai player del settore. Il primo posto è infatti occupato da AXA con il suo WF Framlington Sustainable Eurozone, che ha realizzato una performance del 10,3% da inizio anno e addirittura del 27,2% sul triennio, ma la stessa società si prende anche il gradino più basso del podio con una performance del 10% year-to-date. Non solo: al quarto posto compare la connazionale CPR Invest, con un fondo dedicato alla transizione climatica che ha realizzato il 9,7% nei primi tre mesi del 2025 e si attesta sul 17% per orizzonti temporali più lughi. Da notare anche il focus di molti veicoli sui titoli azionari del Vecchio Continente, sintomo di come la legislazione stia spingendo il settore privato verso l’adozione di politiche responsabili.
📍Per approfondire vai al Cornerstone Megatrend
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.