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L’agenzia di rating lancia l’allarme Emergenti. A soffrire di più saranno i Paesi a reddito basso e medio-basso dell’Asia centrale, del Medio Oriente, dell’Africa e del Caucaso
Non è una questione di mesi, ma di anni. L’aumento dei prezzi dei beni alimentari e la riduzione delle forniture durerà fino al 2024, forse oltre. La previsione nera, che gela le stime decisamente più ottimistiche dei mercati, arriva da S&P. Per gli analisti dell’agenzia Usa, infatti, la carenza di fertilizzanti, i controlli sulle esportazioni, le interruzioni del commercio globale e l’aumento dei costi del carburante e dei trasporti provocati dalla guerra Russia-Ucraina faranno sentire i loro effetti a lungo sul costo dei prodotti di base.
In particolare, stando al report, le ripercussioni più pesanti si abbatteranno sui mercati emergenti. “La nostra analisi – spiega Samuel Tilleray, analista del credito di S&P Global Ratings – mostra che i Paesi a reddito basso e medio-basso dell’Asia centrale, del Medio Oriente, dell’Africa e del Caucaso potrebbero essere i più colpiti dall’impatto iniziale”.
Il rapporto ha esaminato i maggiori importatori, rispetto al Pil, di grano, mais e olio di semi di girasole che più risentono dalle conseguenze del conflitto. Ebbene, le nazioni del Caucaso, Tagikistan, Uzbekistan e Armenia, sembrano essere particolarmente esposte a causa della loro quasi totale dipendenza dalla Russia per questi prodotti alimentari chiave.
Stesso discorso per alcuni Stati arabi, come Marocco, Libano, Egitto e Giordania, che dipendono pesantemente dall’Ucraina per il loro approvvigionamento alimentare e sono quindi particolarmente esposti a eventuali stop dei porti e delle attività di lavorazione. Ripercussioni potrebbero poi esserci anche per quei Paesi esportatori che fanno ricorso ai fertilizzanti di Russia o Bielorussia, come Brasile e India.
“Riteniamo che lo shock per l’approvvigionamento alimentare avrà implicazioni negative per i Paesi dei mercati emergenti, incidendo sulla crescita del Pil, sulla performance fiscale e sulla stabilità sociale”, ha sottolineato Tilleray.
Quanto al rating di questi Paesi, gli analisti spiegano che il potenziale impatto dipenderà, tra le altre cose, dall’entità e dalla gravità dello shock alimentare, dalla capacità dei governi di ridurre al minimo i costi sociali ed economici e dagli sforzi internazionali per aiutare i Paesi colpiti. Nonché, naturalmente, dalla durata della guerra.
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