2019, moderato rialzo dell’azionario
Dufossé (Candriam): “Le probabilità di una recessione su un orizzonte prevedibile sono ridotte. In tale contesto, gli utili delle imprese dovrebbero continuare a registrare una crescita positiva”
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Al giro di boa del primo semestre, sui mercati i segnali positivi si moltiplicano “con la crescita economica vicina ai massimi pluridecennali e le aziende che registrano utili solidi e la volatilità in diminuzione. Allo stesso tempo, l’aumento dei costi delle materie prime e la forte domanda stanno alimentando l’inflazione che potrebbe raggiungere livelli più elevati di quelli ai quali gli investitori sono abituati” spiega Gaurav Mallik,Chief Portfolio Strategist di State Street Global Advisor nel Global Market Outlook 2021 che fa il punto sullo stato dell’economia mondiale aggiornando le prospettive macroeconomiche e l’attuale posizionamento tattico.
“Il nostro Market Regime Indicator suggerisce che i mercati sono in equilibrio su una linea sottile tra l’ottimismo e un grado di euforia che potrebbe essere segno di compiacenza. Come reagiranno i mercati, tranquillizzati da così tanti segnali positivi, agli inevitabili shock, compresi quelli legati all’inflazione, che potrebbero verificarsi nei mesi a venire?”
Allo stato attuale un contesto macroeconomico favorevole, abbinato a previsioni quantitative ottimistiche, sta spingendo State Street a sostenere la preferenza per gli asset growth – in particolare azioni, credito e materie prime.
Guardando nel dettaglio ai mercati azionari, hanno dimostrato una straordinaria resilienza nel 2020, poiché un intervento monetario e fiscale senza precedenti ha ampliato massicciamente i multipli e spinto i prezzi delle azioni a massimi storici.
“Con gli utili che cominciano a tenere il passo con i prezzi dei titoli, continuiamo a vedere opportunità nelle azioni. In parte perché il divario degli utili è molto più ampio negli Stati Uniti rispetto ad altre regioni, dove le azioni sono valutate più ragionevolmente, prevediamo che la portata dell’opportunità sulle azioni si amplierà nella seconda metà del 2021 per includere i mercati europei e potenzialmente quelli emergenti” spiega Mallik precisando che “con il quantitative easing che in effetti pone un limite ai rendimenti, gli attivi rischiosi – tra cui le azioni – rimangono interessanti”.
Soprattutto se l’Europa seguirà le orme degli Usa che hanno raggiunta un picco nella crescita del Pil nella prima metà del 2021. “Crediamo che questa tendenza possa prendere forma nei prossimi mesi dato che i mercati azionari europei dovrebbero proseguire la loro recente sovraperformance, a condizione che continuino i progressi per il contenimento della minaccia del COVID” spiega l’outlook.
Le stime di crescita degli utili per azione evidenziano questo aspetto: nei prossimi dodici mesi per l’Europa sono del 30,4%: il secondo dato più alto tra i principali mercati mondiali e davanti al Nord America di 5,8 punti percentuali.
Le azioni dei mercati emergenti
Guardando alla seconda metà dell’anno, i mercati emergenti meritano attenzione. Le valutazioni delle azioni dei mercati emergenti sono relativamente convenienti sulla scia della loro recente sottoperformance. Le stime di crescita degli utili per azione per i mercati emergenti si sono portate al 36%, dopo aver registrato risultati solidi nel quarto trimestre, si tratta della cifra più alta al mondo. A meritare particolare attenzione sono le azioni cinesi. In termini relativi, le valutazioni delle azioni cinesi sono al di sotto delle medie a lungo termine se confrontate con le azioni statunitensi; inoltre, i rischi speculari di un’azione normativa nell’universo tecnologico e un rallentamento del credito sembrano essere già scontati dai mercati. Le azioni cinesi sono scambiate al di sotto delle medie a lungo termine rispetto agli Stati Uniti e al resto del mondo (come misurato dall’indice ACWI ex-USA IMI). Allo stesso tempo, le correlazioni tra le azioni cinesi e gli altri mercati mondiali sono diminuite negli ultimi periodi, il che significa che le azioni cinesi offrono un beneficio di diversificazione.
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