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La crescita prevista per quest’anno sale al 1,3%. Migliorano le attese su prezzi e mercato del lavoro. Tra i rischi principali, la stretta sul credito. Intanto Istat conferma il rallentamento dell’inflazione al 7,6%
Una crescita economica decisamente migliore del previsto quest’anno e un po’ più lenta nei prossimi due. Con l’inflazione che calerà più in fretta di quanto atteso. La Banca d’Italia raddoppia le sue previsioni sul Pil del 2023, che dovrebbe salire dell’1,3% dal +0,6% stimato a gennaio in scia al buon andamento del primo trimestre. Ma avverte che l’attività tricolore si espanderà “in misura contenuta nel resto del triennio, frenata dagli effetti del peggioramento delle condizioni di finanziamento”. Con la produzione che, nel 2024, aumenterà di appena un punto percentuale (contro l’1,2% di gennaio) e dell’1,1% nel 2025.
Quanto ai prezzi, secondo i tecnici di via Nazionale la “discesa dei corsi energetici, più rapida di quanto ipotizzato” ne frenerà la corsa. Una stima che trova conferma nel dato Istat pubblicato quasi contestualmente sull’inflazione di maggio. Il mese scorso, infatti, l’indice italiano dei prezzi ha ripreso a a scendere dopo la risalita registrata ad aprile, tornando al livello di marzo (+7,6%). Un rallentamento appunto fortemente influenzato dalla dinamica dei beni energetici. In calo anche il dato core, sceso al 6%. Nelle proiezioni macro condotte nell’ambito eurosistema Bce da parte di Bankitalia, l’inflazione al consumo dovrebbe essere pari al 6,1% nella media di quest’anno e calare al 2,3% il prossimo e al 2% nel 2025. Rispetto al report di gennaio la riduzione è di circa 0,3 punti percentuali. L’inflazione di fondo, viene sottolineato, dovrebbe restare ancora elevata nel corso di quest’anno, per poi ridursi nel prossimo biennio coerentemente con una trasmissione graduale dei minori costi dell’energia.
In ogni caso, l’istituto guidato da Ignazio Visco sottolinea l’elevata incertezza che condiziona ancora ogni stima, soprattutto dal punto di vista della crescita. “I consumi delle famiglie, dopo la caduta registrata alla fine dello scorso anno, si espanderebbero in misura contenuta nel triennio di previsione, a ritmi simili a quelli del prodotto”, rileva il rapporto. “Gli investimenti rallenterebbero marcatamente, frenati nel settore privato dal rialzo dei costi di finanziamento e da condizioni più rigide di accesso al credito; per contro, aumenterebbe l’impulso derivante dalla componente pubblica, grazie agli interventi del Pnrr”. Tra i maggiori rischi, oltre al conflitto in Ucraina e all’andamento dell’economia mondiale, palazzo Koch indica la stretta sul credito. “Nel nostro Paese il prodotto potrebbe essere frenato da un più forte irrigidimento delle condizioni di offerta”, evidenzia il report.
Infine, dopo il significativo aumento del primo trimestre, il mercato del lavoro dovrebbe continuare a crescere nel resto del triennio 2023-25, seppure a ritmi più contenuti. Secondo Bankitalia, il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 7,7% quest’anno e il prossimo, per poi calare ancora portandosi in prossimità del 7,5% nel 2025.
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