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L’industria si muove verso maggior prossimità al risparmiatore, sempre più digitalmente e finanziariamente emancipato. Ma il focus dei produttori rimane sul consulente finanziario e le reti. FR ha accolto la voce di BlackRock e Amundi
L’avanzamento della tecnologia nell’asset e wealth management ha compiuto un’ulteriore accelerazione con la crisi Covid-19 e promette di rompere gli equilibri oggi esistenti nell’industria.
L’ingresso di player alternativi – Fintech ma non solo – nell’arena del risparmio gestito è già realtà in molti mercati sviluppati come gli Stati Uniti mentre in Europa (e soprattutto Italia) il processo è ancora in via di sviluppo.
“La tecnologia è già centrale nell’asset management di oggi perché si tratta di una componente essenziale dei processi di investimento e di risk management. Ma anche nell’attività considerata più eminentemente relazionale, ossia quella commerciale e della consulenza, la tecnologia assolve il ruolo di facilitatore dell’analisi del patrimonio complessivo del cliente e nella pianificazione patrimoniale e può diventare un vero e proprio accesso in web collaboration capace di fare un on-boarding innovativo e personalizzato rispetto al profilo caratteriale dell’utilizzatore”, spiega a FocusRisparmio Paolo Proli, head of retail division di Amundi Sgr.
Un sondaggio condotto quest’anno dalla società di consulenza Cerulli Associates dice che il 43,5% dei gestori patrimoniali pensa di aumentare le spese per la digitalizzazione dei servizi per più del 5% nei prossimi tre anni. I maggiori investimenti riguarderanno progetti di robo-advisory. E la crisi Covid-19 ha fatto da acceleratore di questi progetti.
“Con Covid-19 avere a disposizione indicatori ad alta frequenza è stato fondamentale per monitorare l’efficacia delle azioni di contenimento intraprese dai governi, i comportamenti dei cittadini e il livello dei consumi, solo per citare alcuni ambiti. Guardando al futuro, avere sempre più disclosure di dati, consentirà agli investitori di prendere decisioni di investimento sempre più consapevoli e mirate”, dice Luca Giorgi, Head of Wealth di BlackRock per i mercati di Italia, Grecia e Malta.
Dai dati ai servizi
Negli Stati Uniti la maggior parte delle società di wealth management adotta sistemi ad alta intensità di dati, utilizzando soprattutto quelli alternativi che permettono di rivedere tutti i criteri di classificazione della clientela al dettaglio attraverso tecniche statistiche come la cluster analysis.
“Man mano che i gestori patrimoniali diventano più abili nel convertire i dati in informazioni strategiche, ci sarà un miglioramento della qualità dei dati disponibili e migliori aspettative su come le informazioni possono essere sfruttate come parte di strategie più ampie”, spiega Cerulli Associates nel report The Cerulli Edge—Global Edition, June 2020 Issue.
Ciò significa che gli asset manager cercheranno sempre più la prossimità con il cliente valutando nuovi canali di distribuzione e modelli di servizio improntati a soluzioni di Digital Wealth Management. Come spiega la società di consulenza PricewaterhouseCoopers (Pwc), la crescente diffusione di soluzioni tecnologiche innovative nel mercato del wealth management “ha profondamente mutato la tradizionale catena del valore basata sul rapporto gestore-cliente avviando un progressivo processo di disintermediazione, simile a quanto avvenuto nel settore bancario”.
Per Giorgi di BlackRock “la pandemia coronavirus è stata uno stress-test importantissimo per testare l’efficacia dei modelli di servizio, rafforzare e ulteriormente avvicinare Asset e Wealth Managers. Nel periodo di lockdown il numero di interazioni e comunicazioni digitali è aumentato in modo esponenziale e, guardando al futuro, crediamo che il canale digitale continuerà ad evolversi e diventerà uno strumento rilevante per relazionarsi con la propria clientela. Mai come in un simile contesto l’affiancamento ai clienti e la capacità di cogliere le loro richieste, dubbi, perplessità, di confrontarsi e supportarli in scelte delicate ha giocato un ruolo così importante. Certamente questa emergenza ha accelerato l’evoluzione digitale, lo dimostra anche una survey che abbiamo condotto sui principali Wealth Manager a livello europeo ad aprile 2020 da cui emerge che il 42% degli intervistati ha dichiarato che aumenterà gli investimenti digitali. Pertanto, massima vicinanza ma anche nuove modalità di interazione”.
L’emancipazione del cliente, dovuta all’ingresso sul mercato di persone appartenenti alle nuove generazioni e quindi più propensi all’utilizzo del canale digitale, e il graduale spostamento verso soluzioni digitali e piattaforme direct to consumer (D2C) può portare, secondo Pwc, all’ingresso di asset manager e FinTech nel mercato della distribuzione a scapito dei modelli più tradizionali.
I benefici per gli attori dell’industria sono molteplici e dipendono anche dal segmento di clientela cui ci si rivolge. Per i servizi rivolti a mass market e affluent, ad esempio, la digitalizzazione consente una migliore calibrazione dell’offerta con proposizioni commerciali su specifici target di clientela con forte propensione alla gestione diretta dei propri investimenti (per esempio giovani e professionisti).
Al contempo, per i segmenti di clientela più evoluta il robo advisor può invece rappresentare un supporto alle attività del consulente finanziario e del private banker.
L’Italia è pronta a questo passaggio epocale?
“Non è sempre vero che quello che accade negli Usa o altri paesi sia immediatamente esportabile nel nostro paese. Esistono culture molto diverse e quindi cambia il modo in cui i clienti e risparmiatori recepiscono le innovazioni tecnologiche”, dice a FocusRisparmio Raimondo Marcialis, amministratore delegato della società di consulenza Mc Advisory.
È chiaro che siamo di fronte a un “fenomeno globale – ammette l’esperto – ormai tutti i primari asset manager globali, da BlackRock a Vanguard e Fidelity, investono per potenziare l’offerta di servizi inerenti anche al lato della distribuzione dei loro prodotti”.
“In Italia i risparmiatori hanno una grande propensione alla delega, questo deriva sia dal basso grado di cultura finanziaria nel nostro Paese sia dalla bassa propensione delle persone all’utilizzo massivo delle tecnologie”, spiega Marcialis.
Ecco perché il processo di disintermediazione della consulenza pronosticato dalle grandi firm di business consulting e già in corso in mercati più evoluti del nostro, ma in Italia è ancora di là da venire.
In Italia la produzione rimane concentrata sul rapporto con la distribuzione, sostiene Marcialis, mentre il tema di arrivare direttamente al cliente è dibattuto nelle case d’origine ma le Sgr si muovono con molta cautela su questo terreno. “Disintermediare il canale banche-reti in Italia è estremamente pericoloso nel senso che eventuali benefici di lungo termine non compenserebbero immediatamente i contraccolpi che si avrebbero nel breve. Ecco perché in Italia le case prodotto rimangono concentrate più sulla figura del consulente finanziario e/o delle reti che sul cliente finale”, chiosa il fondatore di Mc Advisory.
“La tecnologia rimarrà certamente un pilastro strategico. Noi dal canto nostro continueremo a investire sulla nostra piattaforma di gestione del rischio Aladdin®, proseguiremo con lo sviluppo di soluzioni di investimento innovative e metteremo a disposizione dei nostri clienti strumenti per prendere decisioni di investimento sempre più consapevoli. A livello locale faremo evolvere ulteriormente la piattaforma BlackRock Advisor Elite con nuove funzionalità e servizi”, conclude Giorgi di BlackRock.
Idem per Amundi, che come dice Paolo Proli “ha saputo interpretare l’evoluzione digitale offrendo ai propri clienti, sia a livello locale che globale, modalità di interazione e di relazione evolute ed efficaci (app, podcast, webinar, digital academy e quant’altro) che si sono rivelate indispensabili nella recente fase di lockdown e di distanziamento sociale. La capacità di accompagnare le nostre reti bancarie partner con la creazione di piattaforme di trading (Amundi Service), e di advisory full digital – nella duplice forma del robo-advisor e del robo for advisor – è altresì un elemento che ci caratterizza nonché una direttrice importante della nostra strategia digitale”.