Asia, avanti tutta con la crescita
La Cina spingerà sempre di più l'economia dell'area, con minori squilibri rispetto al passato. Per i mercati finanziari i fund manager continuano ad avere una view positiva
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Si è tenuto oggi a Milano il convegno “Crescita e stabilità nei dieci Paesi dell’ASEAN”, promosso da Nctm Studio Legale e Associazione Italia-ASEAN. Un’occasione per un confronto sulle politiche verso i Paesi del Sud-Est asiatico – Thailandia, Indonesia, Filippine, Malaysia, Brunei, Vietnam, Cambogia, Laos, Singapore, Myanmar. I dieci paesi dell’ASEAN valgono oggi l’1,9% del valore totale dell’export italiano. Si tratta della seconda posizione in Asia, dopo la Cina e davanti a colossi economici come il Giappone (1,4%), Hong Kong (1,4), Corea del Sud (1%) e India (0,8%): un bacino di 650 milioni di abitanti che vanta una redditizia combinazione di crescita e stabilità. Il tasso di crescita si attesta da molti anni tra il 5 e il 6% di incremento annuale del Pil. La stabilità si estrinseca nella garanzia di un’evoluzione pacifica e costante in un’area solcata da dispute commerciali e da tensioni crescenti per la politica assertiva della Cina nel Pacifico.
In considerazione dell’obiettivo di diversificare le destinazioni dell’export nazionale, il Sud-Est asiatico rappresenta, quindi, sempre di più una necessità prima ancora che una scelta, all’interno di un contesto di relazioni collaborative con l’Italia. Nei Paesi dell’ASEAN, consuetudini e norme commerciali sono rispettate, l’inglese è diffuso, la capacità di spesa della popolazione cresce sensibilmente anno dopo anno, con una diversità nei 10 Paesi che genera articolate combinazioni di commercio e di investimenti per le imprese italiane.
Enrico Letta, Presidente dell’Associazione Italia-ASEAN, ha dichiarato: “I dieci Paesi dell’ASEAN oggi rappresentano l’1,9% dell’export italiano, subito dopo la Cina, con un’espansione della classe media che vuole certificare il proprio nuovo status socio-economico con una spinta verso l’acquisto e la fruizione di beni di importazione, ad esempio l’intero sistema-casa italiano. Appaiono quindi rilevanti le potenzialità da cogliere per le imprese italiane nella regione del Sud-Est asiatico, un mercato potenziale che oggi conta quasi 650 milioni di abitanti”.
Paolo Montironi, Senior Partner di Nctm Studio Legale, ha dichiarato: “Le opportunità offerte nei dieci Paesi dell’ASEAN alle nostre imprese superano di gran lunga i rischi. Oggi sono ancora poche le aziende che operano in questi mercati, a fronte di alte potenzialità non ancora espresse”.