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A giugno il 72% dei fund manager globali ritiene che l’impennata dell’inflazione sia un fenomeno “transitorio”. Solo una minoranza di “contrarian”, il 23%, ritiene che invece ad essere transitoria sia la fase di crescita e l’inflazione sia “qui per rimanere”.
È quanto emerge dalla consueta survey mensile condotta da Bank of America Merrill Lynch fra oltre 200 fund manager mondiali che in aggregato gestiscono più di 645 miliardi di dollari.
Il dato di fatto è che nelle intenzioni dei gestori l’allocazione al mercato del debito scende ai minimi da tre anni, mentre l’equity torna a salire, così come il comparto delle commodity, considerato ora come il “trade più affollato” sorpassando anche il Bitcoin, in cima nelle rilevazioni dei mesi precedenti.
Coloro che hanno risposto di ritenere l’inflazione passeggera sono posizionati su commodities, titoli ciclici e finanziari. A livello di preferenze settoriali al primo posto i gestori citano le banche e poi tutti gli altri industriali ciclici – in particolare europei (Uk e continentali). I settori difensivi come le Utilities sono citati come i principali underweighted, mentre cala il pessimismo sui tecnologici.
La combinazione fra azionai Value e titoli tecnologici, anzi, sembra essere oggi, in un’ottica di portafoglio Barbell, quella favorita dai gestori di fondi.
Oltre che sull’inflazione, i gestori sono positivi anche sul ciclo economico: il 68% degli interpellati non vede pericoli di recessione almeno fino al 2024. Rimangono però i segnali di cautela soprattutto verso le Banche centrali; la possibilità che nei prossimi mesi/anni vengano gradualmente allentate le politiche monetarie non convenzionali viene attentamente monitorato da tutti i gestori che lo considerano il rischio di coda numero uno al momento.
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