Per gli asset manager, la resistenza dell’inflazione non ha gettato il Fomc nel panico. Ma le sforbiciate potrebbero essere meno delle tre previste. Intanto il rally degli asset di rischio continua
Jerome Powell, presidente della Fed
L’inflazione sopra le attese di gennaio e febbraio non ha reso la Federal Reserve più falco. Nonostante le prospettive di un Personal consumption expenditures index più elevato, di una crescita più solida e di un calo della disoccupazione, il presidente Jerome Powell prevede ancora tre tagli dei tassi nel 2024. Un atteggiamento dovish che ha innescato la reazione positiva degli investitori e indotto il FedWatch Tool del Cme Group ad alzare dal 55,6% al 67,4% le possibilità di un allentamento della stretta a giugno. Per i gestori, però, la cautela resta d’obbligo perché la banca centrale Usa potrebbe essere costretta a ridurre il numero delle sforbiciate previste.
Secondo Martina Daga, macroeconomista di AcomeA Sgr, è rilevante notare come ci sia stata solo una marginale revisione al rialzo d’inflazione e del livello dei tassi per il medio-lungo termine. E questo nonostante l’indice dei prezzi degli ultimi due mesi sia aumentato e abbia segnato una riaccelerazione. “Powell ha chiarito che gli ultimi dati non cambiano il quadro generale in termini di disinflazione”, evidenzia l’esperta.
James McCann, vice capoeconomista di abrdn
Un atteggiamento che, secondo James McCann, testimonia come la ripresa del carovita non abbia affatto gettato la Fed nel panico. Il vicecapo economista di abrdn si dice infatti convinto che, se i prezzi dovessero raffreddarsi nei prossimi mesi ed emergessero ulteriori segnali di una perdita di slancio dell’attività economica, “si confermerebbe la probabilità di un taglio a giugno”.
Anche Paolo Zanghieri, senior economist di Generali Investments, fa notare la maggior tolleranza del Fomc nei confronti dell’inflazionee conferma la sua previsione di tre allentamenti a partire da giugno: “Il tasso di policy atteso per l’anno 2025 è stato aumentato di 25 punti base ma, nonostante una disinflazione più lenta, si prevedono ancora tagli di 75 punti base per il 2024”. Che aggiunge: “Anche l’aspettativa mediana per il tasso a lungo termine è aumentata di 10 punti base, in linea con una crescita tendenziale migliore e un debito più elevato”.
Ma i tagli potrebbero essere inferiori al previsto
Tiffany Wilding, managing director ed economista di Pimco
Sulla stessa linea Tiffany Wilding, managing director ed economista di Pimco. “Poiché i funzionari della Fed continuano a prevedere che il Pce core rimarrà nell’intervallo di ‘due punti e qualcosa’, continuiamo ad aspettarci un riferimento dello 0,75%per i tagli 2024”, spiega. L’esperta avverte però come i rischi a breve termine siano orientati verso un numero di sforbiciate inferiore a quello attualmente previsto dal Fomc.
Anche per Whitney Watson, co-head and co-cio of Fixed Income and Liquidity Solutions di Goldman Sachs Asset Management, i progressi dei prezzi nell’ultimo anno e i segnali disinflazionistici porteranno la Fed a iniziare il suo ciclo di riduzione dei tassi in estate. Ma la specialista fa notare come il leggero aumento del tasso di policy a lungo termine previsto sia allo stesso tempo trascurabile e degno di nota. “È trascurabile perché le aspettative del mercato sono già molto più elevate mentre è degno di nota perché rafforza la view secondo cui il ciclo di riduzione possa essere meno profondo di quanto inizialmente stimato”, mette in guardia.
Álvaro Sanmartín, chief economist di Amchor IS, pone invece l’accento sulla reazione dei mercati. “La Federal Reserve rimane fiduciosa che il processo di disinflazione proseguirà nei prossimi mesi e apre la strada a ulteriori rivalutazioni degli asset rischiosi”, sostiene. Sottolineando come il tono della banca centrale sia ancora dovish e i pochi sforzi fatti da Powell per smorzare le speranze di un avvio dei tagli a giugno. “La mia impressione è che l’economia stia andando bene e che l’inflazione core possa riprendere la sua moderazione a partire da marzo”, spiega. Poi conclude: “Se a questo aggiungiamo una Fed desiderosa di allentare la politica monetaria, è difficile non avere l’impressione che il rally di mercato continuerà”.
Per Sanmartín è comunque preferibile continuare a tenere d’occhio i possibili effetti di un allentamento delle condizioni finanziarie sia sull’attività che sulle valutazioni. “Sebbene il nostro scenario centrale rimanga quello di una crescita con disinflazione, continuiamo a vedere più rischi al rialzo per i prezzi e non condividiamo del tutto la mancanza di preoccupazione della banca centrale Usa per l’attuale grado di allentamento delle condizioni finanziarie”, precisa .
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