L’Unione Europea spinge l’acceleratore sulla finanza sostenibile, con ulteriori ritocchi per migliorare il quadro regolatorio già istituito. In vista della revisione del regolamento Sfdr, e dell’arrivo della direttiva Csrd che disciplinerà il reporting di sostenibilità delle imprese, la Commissione europea ha pubblicato una serie di domande e risposte sulla Tassonomia Ue, mentre l’Esma ha pubblicato un report sulle pratiche di reporting sostenibile ai sensi della Tassonomia.
La Tassonomia è una pietra miliare del quadro finanziario sostenibile dell’Ue, che serve a offrire alle società finanziarie e non finanziarie di accedere a una definizione comune delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale (ma si lavora anche a una Tassonomia sociale).
Le ultime FAQ (frequently asked questions) pubblicate dalla Commissione riguardano i criteri della Tassonomia ambientale, la disclosure relativa alla Tassonomia e il Navigator della Tassonomia. Nel primo documento citato, i tecnici hanno spiegato che i criteri di vaglio tecnico fissati nell’atto delegato “Clima” vengono aggiornati e potrebbero diventare più stringenti con l’andare del tempo. Inoltre, in tale atto delegato saranno incluse più attività che contribuiscono alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Nel secondo si chiariscono, tra l’altro, quali sono le tempistiche previste per l’applicazione degli obblighi di informativa relativi alla tassonomia di cui all’atto delegato complementare; le interazioni tra Csrd e Tassonomia e quando e in che modo le informazioni relative alla tassonomia dovrebbero essere verificate da revisori esterni.
Il Navigator costituisce invece una sorta di guida, un sito web di facile consultazione che offre una serie di strumenti online per aiutare gli utenti a comprendere meglio la Tassonomia e supporta, in prospettiva, le aziende nei loro obblighi di rendicontazione.
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Il report di Esma sulla Tassonomia
L’Esma, l’autorità che si occupa della vigilanza sui mercati finanziari, ha pubblicato i risultati di un esercizio di ricerca di fatti sulle pratiche di reporting aziendale in base al Regolamento sulla Tassonomia. Nel quadro del coordinamento delle attività di supervisione relative alle disclosure ai sensi della tassonomia, Esma ha di fatto raccolto informazioni da enti di controllo nazionali in merito alle relazioni non finanziarie dell’anno fiscale 2022 pubblicate da società europee non finanziarie quotate. L’obiettivo dell’esercizio – spiega l’Authority – è valutare la qualità delle disclosure con cui gli emittenti hanno risposto ai nuovi requisiti.
In particolare, l’Esma ha cercato di valutare l’uso e la completezza dei modelli nell’Allegato II dell’Atto delegato sulle disclosure, la segnalazione adeguata dei diversi Key Performance Indicators (Kpi) e la necessità di evitare il doppio conteggio per le attività che contribuiscono a entrambi gli obiettivi climatici (mitigazione e adattamento). Lo studio ha inoltre valutato la trasparenza della politica contabile e della valutazione della compliance, nonché l’esistenza di riferimenti ad altre parti nelle relazioni finanziarie o non finanziarie. Infine, è stata presa in considerazione la divulgazione di informazioni volontarie supplementari.
Per quanto riguarda la divulgazione obbligatoria degli indicatori di performance, Esma riferisce che quasi tutte le società (96%) hanno divulgato i Kpi obbligatori per l’allineamento con gli obiettivi climatici. Per quanto riguarda modelli di reporting obbligatori, invece, il report indica che questi ultimi sono stati in generale utilizzati, ma il 30% del campione li ha modificati o non li ha compilati completamente, con il potenziale impatto sulla comparabilità e l’accessibilità dei dati. Eppure, è obbligatorio usare i modelli integralmente.
Non solo: più del 40% delle società non ha fornito o ha fornito informazioni qualitative insufficienti relative alla compliance alle norme di trasparenza sulla natura delle attivitò, ai criteri di screening tecnico, ai criteri in materia di Dnsh (“Do no significant harm”) e alle salvaguardie minime.
In tema di esenzione di non materialità dell’Opex, il Kpi di allineamento per le spese operative previsto dal regolamento delegato, si registra il tasso pià elevato di Kpi non segnalato osegnalato come zero. Le richieste di esenzione sono state fatte, ma spesso in modo non conforme alla normativa. Alcune società hanno inoltre applicato in modo errato le regole che servono a evitare il doppio conteggio.
Tuttavia, alcune società hanno mostrato buone pratiche di reporting fornendo spiegazioni dettagliate sulle loro attività, test di conformità e collegamenti alla strategia di sostenibilità aziendale.
Sulla base di questi risultati, il rapporto sottolinea l’importanza di fornire sia informazioni quantitative che qualitative, come richiesto dal Regolamento sulla Tassonomia, al fine di garantire che gli utenti possano comprendere i dati e la compliance dell’emittente. Su questo punto, l’Esma invita le società a utilizzare le linee guida e gli strumenti forniti dalla Commissione europea per migliorare il loro reporting sulla Tassonomia.
Il rapporto sottolinea inoltre che ulteriori analisi e azioni potrebbero essere intraprese dagli enti di controllo nazionali per affrontare problemi legati alla chiarezza del reporting e all’applicazione errata delle regole europee in materia. Questi risultati e aggiornamenti saranno inclusi in futuri rapporti.