Eurozona, l’inflazione tedesca gela ogni speranza
A giugno prezzi in Germania tornano a salire al 6,4% spinti dall’impennata dei servizi. La Spagna scende invece sotto la soglia del 2%, ai minimi da aprile 2021
CONTENUTO SPONSORIZZATO A CURA DI PIMCO
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I primi anni ’20 di questo secolo sono stati caratterizzati da una serie di gravi perturbazioni economiche, finanziarie e geopolitiche su scala mondiale e ci vorrà tempo prima che le conseguenze definitive di questi shock siano pienamente avvertite. In occasione dell’ultimo Secular Forum di PIMCO abbiamo discusso di come le recenti dinamiche cicliche di breve periodo probabilmente avranno conseguenze durature sul lungo periodo.
L’economia globale sta uscendo da una fase di interventi monetari e fiscali poderosi, che è improbabile si ripetano nel nostro orizzonte secolare. Dopo l’impennata dell’inflazione su scala globale post-pandemia, le banche centrali stanno cominciando ad accorgersi che le politiche monetarie non convenzionali comportano costi oltre che benefici, mentre gli alti livelli di debito pubblico verosimilmente limiteranno la capacità di intervento della politica fiscale in contrazioni future.
Con la stagione delle politiche di soppressione della volatilità verosimilmente al capolinea, i mercati sono probabilmente destinati a un periodo di accentuata volatilità, con un ventaglio insolitamente ampio di potenziali assestamenti. Noi crediamo che i rischi per la crescita globale siano orientati al ribasso nel nostro orizzonte secolare di cinque anni e che i rendimenti delle varie classi di attivo verosimilmente saranno più differenziati in questa nuova epoca.
Ci aspettiamo che le banche centrali confermino i loro attuali obiettivi d’inflazione e che diano priorità a mantenere le aspettative di inflazione di lungo termine ancorate a questi obiettivi. Crediamo che i tassi di interesse ufficiali neutrali reali di lungo termine nelle economie avanzate resteranno ancorati in un intervallo compreso tra lo 0% e l’1%. Con il debito pubblico in aumento e il possibile ritorno di un premio per il rischio di inflazione, ci aspettiamo l’irripidimento della curva dei rendimenti con la richiesta degli investitori di maggiore remunerazione per le obbligazioni a più lunga scadenza sull’orizzonte secolare.
Le nostre aspettative di tassi neutrali bassi e di un ritorno dell’inflazione in prossimità del livello obiettivo rafforzano le prospettive positive per l’obbligazionario core e di alta qualità. Dopo il sensibile aumento dello scorso anno, i livelli di partenza degli interessi, storicamente fortemente correlati ai rendimenti futuri, per le obbligazioni di alta qualità sono prossimi alle medie di lungo periodo dei rendimenti azionari, potenzialmente con volatilità significativamente minore e maggiore protezione dai ribassi rispetto all’azionario. Questo può aiutare gli investitori a costruire portafogli prudenti e resilienti senza rinunciare al potenziale di rialzo. Prediligiamo gli investimenti di alta qualità, più liquidi e restiamo cauti rispetto alle aree più sensibili al ciclo economico. Ci aspettiamo opportunità sempre più interessanti sui mercati privati nel tempo, soprattutto alla luce del panorama bancario in evoluzione.
Una nuova stagione di tensioni geopolitiche tra una superpotenza affermata e una rivale in ascesa avrà probabilmente implicazioni economiche globali. Continuiamo a credere che il Dollaro americano conserverà il suo status di valuta dominante a livello globale nonostante l’allargarsi del fiscal gap e il crescente indebitamento degli Stati Uniti, anche se ci sono opportunità di investimento anche in altre aree.
I primi tre anni di questo decennio sono stati caratterizzati da continui sconvolgimenti – dell’ordine economico e finanziario globale, dell’equilibrio geopolitico, nonché in termini di entità e portata degli interventi dei governi – e crediamo che questa si confermerà essere la nuova realtà con cui gli investitori dovranno confrontarsi nei prossimi cinque anni. Si tratta di un trend che avevamo già evidenziato nei nostri recenti Secular Outlook e che abbiamo rivisitato in occasione del nostro ultimo Secular Forum annuale di maggio.
L’anno scorso nella tesi del nostro Secular Outlook “Raggiungere la resilienza” avevamo sostenuto che in un mondo più frammentato, governi e imprese avrebbero dato crescente priorità alla sicurezza rispetto all’efficienza economica a breve termine. Avevamo segnalato potenziali pressioni inflazionistiche a fronte del riposizionamento delle filiere industriali in paesi amici e dell’aumento della spesa pubblica a sostegno della transizione energetica e per la difesa nazionale.
Quella tesi si conferma sostanzialmente valida …