Secondo il fund manager l’innovazione è il driver principale della creazione di valore a lungo termine per gli investitori. “L’evoluzione dei principali indici azionari negli ultimi 20 anni è stata guidata dalla crescita di aziende innovative”, afferma
Sebastian Thomas, gestore dell’Allianz Global Artificial Intelligence fund
Quest’anno non è iniziato sotto i migliori auspici per i listini azionari globali. Fra quelli d’Oltreoceano è stato particolarmente penalizzato il tecnologico Nasdaq, ma sono in negativo anche gli altri due indici più importanti di Wall Street, l’S&P 500 e il Dow Jones.
Un trend guidato principalmente dal riposizionamento dei portafogli che gli investitori stanno implementando per rispondere al cambio di scenario che profila quest’anno: banche centrali meno accomodanti nei paesi sviluppati, inflazione galoppante, crescita economica a ritmi più bassi di quelli dello scorso anno. Questa dinamica di mercato ha per ora penalizzato prevalentemente i titoli dell’industria tecnologica. Ma ci sono dei segmenti che invece resistono e appaiono promettenti. Fra questi l’industria delle applicazioni di Artificial Intelligence.
Un tema che affrontiamo in questa intervista con Sebastian Thomas, gestore dell’Allianz Global Artificial Intelligence fund.
Vi preoccupa la correzione in atto opensate che possa rappresentare una buona occasione per riposizionarsi a prezzi più interessanti sul settore IT?
La correzione del mercato finora ha portato le valutazioni di molti titoli a livelli inferiori a quelli pre-pandemia, creando interessanti opportunità d’investimento. Sulla base di livelli di valutazione che riteniamo interessanti in ottica di lungo termine, abbiamo infatti inserito in portafoglio nuovi titoli o ricomprato titoli precedentemente venduti proprio a causa delle valutazioni elevate.
Con riferimento alla composizione settoriale, l’IT è ancora l’elemento preponderante nel vostro portafoglio (anche se sottopesato rispetto al benchmark): pensate che questo possa cambiare in futuro?
Crediamo che il driver principale della creazione di valore a lungo termine per gli investitori sia l’innovazione, e che quindi bisogna investire nelle aziende che sfruttano i cicli dell’innovazione per offrire nuovi prodotti e servizi vincenti. L’evoluzione dei principali indici azionari negli ultimi 20 anni è stata guidata dalla crescita di aziende che hanno cavalcato i cicli dell’innovazione incentrati su internet (Google), sul cloud computing (Amazon) o sulla telefonia mobile (Apple). Secondo noi ci troviamo all’inizio di un nuovo ciclo d’innovazione incentrato sull’AI che potrà avere effetti dirompenti su ogni settore economico. Le caratteristiche del portafoglio riflettono le nostre convinzioni in merito all’impatto dell’AI sull’economia globale. A livello generale, prevediamo di mantenere l’allocazione settoriale attuale, più diversificata rispetto al passato e con un’esposizione inferiore al 50% nell’Information Technology. L’allocazione al settore IT anche in futuro dovrebbe rimanere nell’intorno del 40-60%. Nell’ambito della diversificazione settoriale del portafoglio, un fattor comune a tutte le aziende in cui siamo investiti è il focus sull’innovazione.
In cosa si differenzia un portafoglio tematico come il vostro rispetto ai tematici sulla robotica e ai settoriali tecnologici?
Un fondo tecnologico tradizionale fornisce esposizione al tema dell’AI solo attraverso il settore tecnologico. Il nostro fondo Allianz Global Artificial Intelligence invece investe in aziende di tutti i settori che stanno sfruttando e beneficiando dei rapidi sviluppi dell’AI: ogni settore, infatti, potrebbe essere “trasformato” dai progressi consentiti dall’AI. Il nostro obiettivo è identificare le aziende, emergenti o consolidate, che possono guidare la crescita futura all’interno del proprio settore grazie all’innovazione basata sull’AI. I cambiamenti sono già visibili nei settori automobilistico, agricolo, sanitario e finanziario, per citarne alcuni, ma con ogni probabilità in futuro saranno sempre di più i settori rappresentati nel portafoglio del fondo, che proprio per questo si distingue rispetto ai concorrenti. Vi sono fondi che investono nei beneficiari del tema dell’automazione: in alcuni casi possono esserci sovrapposizioni rispetto alla nostra strategia, ma il loro focus prevalente è rappresentato da automazione industriale e robotica. Questo implica una maggiore enfasi sul comparto industriale e su settori meno direttamente responsabili dei progressi nelle tecnologie legate all’AI, quali machine learning, machine vision o natural language processing. La robotica si rivolge soprattutto a utenti del settore industriale e risulta per questo un comparto più maturo e ciclico, legato alla spesa per l’automazione industriale. Detto questo, dotare i robot di una maggiore intelligenza permetterà nuove opportunità di sviluppo e accelererà il tasso di crescita della robotica. In generale, crediamo quindi che la robotica sia un’area d’investimento rilevante e attraente, ma l’AI è molto più ampia e varia, offrendo un maggiore potenziale di generazione di valore per gli azionisti a lungo termine.
Quali sono oltre gli Usa altre aree di interesse strategico per lo sviluppo di tecnologie AI?
Al momento la presenza di aziende non statunitensi nel portafoglio è relativamente contenuta, dato che lo sviluppo di tecnologie è per lo più concentrato nella Silicon Valley. Per il futuro ci aspettiamo un aumento della diversificazione geografica, che andrà pari passo con la maggiore adozione dell’AI a livello globale da parte delle aziende. Le tecnologie legate all’AI si stanno sviluppando in tutto il mondo, ma spesso ciò avviene in laboratori di ricerca o in aziende private non ancora quotate.
Di quanto è cresciuto il peso della Cina in questo settore?
Con riferimento alla Cina, inizialmente gli Stati Uniti si trovavano in una posizione di vantaggio, ma oggi entrambe le superpotenze si sono affermate nel campo della ricerca e sviluppo dell’AI. Il principale punto di forza della Cina potrebbe essere a livello di dati: nella loro vita quotidiana, gli 1,4 miliardi di cinesi generano più dati di quasi tutte le altre nazioni messe insieme. Inoltre, i governi di entrambi i Paesi hanno fatto dell’investimento in AI una priorità assoluta, poiché ne riconoscono la rilevanza come motore della crescita, oltre che per rafforzare la sicurezza economica e nazionale e migliorare la qualità della vita. Le aziende tecnologiche cinesi stanno facendo un uso sempre più esteso dell’AI e crediamo che, nonostante siano in corso alcuni cambiamenti normativi, abbiano opportunità a lungo termine molto interessanti. Dopo lo stop all’Ipo di Alipay, eravamo usciti dai nostri investimenti in Cina per le incertezze sulla politica governativa nei confronti degli investitori azionari. Più recentemente, abbiamo aumentato moderatamente la nostra esposizione, che rimane però limitata in considerazione delle tensioni tra Stati Uniti e Cina e della necessità di maggiore chiarezza a livello di norme e regolamenti, seppur crediamo che ci siano molte aziende tecnologiche potenzialmente interessanti.
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