Lo rileva il Barometro di Natixis. Bottillo: “le scelte degli investitori saranno sempre più importanti”
Dopo anni tornano le obbligazioni nei portafogli italiani e diminuiscono le posizioni sui fondi multi-asset e sui fondi alternativi. È quanto emerge dall’ultima edizione del Barometro dei portafogli italiani elaborata dal team Dynamic Solutions Group di Natixis Investment Managers.
I significativi afflussi verso il fixed income, le uscite dai fondi multi-asset e – in misura moderata – dai fondi alternativi fotografano un trend esattamente contrario a quello registrato negli scorsi anni, quando erano i bond a registrare i maggiori deflussi a causa dei rendimenti modesti. Esattamente il contrario di quanto registrato negli anni passati, quando il comparto obbligazionario ha visto un decremento degli afflussi a causa del contesto di basso rendimento che ha portato gli investitori a spostarsi verso fondi alternativi e multi-asset.
A tornare in auge è stato soprattutto l’obbligazionario europeo, grazie al rialzo dei rendimenti dovuto alle turbolenze politiche e alle prospettive di rialzo dei tassi, in particolare le emissioni singole (principalmente Btp e bond societari italiani) e il debito di breve durata. La discesa sui multi-asset invece è stata evidenziata soprattutto sui fondi globali, probabilmente alla luce dei costi di copertura e ai timori relativi alla correlazione tra azioni e bond. Sugli alternativi, gli unici che non hanno patito sono state le strategie global macro dove l’allocazione è invece aumentata.
A livello di performance, il Barometro mette in luce il fatto che, se il 2017 è stato positivo, nel 2018 l’elevata volatilità sui mercati ha messo in difficoltà le asset class tradizionali e, in queste condizioni, solo quattro degli 87 portafogli analizzati – tra moderati, conservativi e aggressivi – hanno registrato ritorni positivi da inizio anno, il peggior risultato evidenziato dal 2013 a oggi. Natixis Investment Managers fa notare che stiamo uscendo da un periodo piuttosto anomalo, quello della fase post-crisi, in cui per gran parte del tempo gli investitori sono stati in grado di generare ritorni positivi e avere una analoga efficienza di portafoglio, indipendentemente dalla combinazione di obbligazioni e azioni scelte, in un contesto di bassa volatilità e bassa correlazione tra le asset class tradizionali.
“Riteniamo sarebbe poco saggio supporre che questo periodo possa proseguire a tempo indeterminato – osserva Antonio Bottillo, Managing Director di Natixis Investment Managers Italia – Veniamo da un contesto dove gli investitori hanno avuto ampia libertà di scelta in termini di asset allocation, un contesto nel quale qualunque combinazione di credito, durata e rischio azionario hanno prodotto risultati eccezionali e adeguati al rischio”. Ma le cose stanno cambiando: “La scelta degli investitori in termini di asset class, strumenti di investimento e ponderazione all’interno del portafoglio d’ora in avanti sarà sempre più importante”, aggiunge Bottillo. Le soluzioni ci sono.
Per esempio, per trovare valore si possono accorciare le duration e investire “in strumenti a tasso variabile in termini di diversificazione geografica. L’attenzione dovrebbe forse essere meno focalizzata sulle aspettative del mercato e più centrata su quanto può essere fatto per migliorare i nostri portafogli”, conclude Bottillo.
Secondo Pozzi (M&G), sarò possibile con lo stock picking costruire un portafoglio bond interessante anche nel contesto sfidante del 2019. Schivando i titoli sovrani zero coupon e stando alla larga dall'high yield