L’oro corre, spinto dall’attesa di svalutazione del dollaro. Ma a riportare ottimismo sulle compagnie del settore contribuisce anche il miglioramento della governance, grazie all’attivismo degli azionisti
Joe Foster, Portfolio Manager e Strategist di VanEck
È un momento di grazia per l’oro, spinto dalla prospettiva di una svalutazione del dollaro e dalle tensioni a livello geopolitico: l’oncia troy ha rotto la soglia dei 1.400 dollari, un livello psicologico importante per gli investitori. “Con le attese di una nuova svalutazione della divisa americana, l’oro non ha potuto che risalire, sulla base della storica correlazione inversa (e tuttora molto intensa) che il metallo prezioso detiene con i rendimenti dei titoli di Stato Usa. Pertanto, dal momento che la mossa intrapresa dalla Fed spingerà i rendimenti ancora più in basso il futuro dell’oro potrebbe risultare ancora più radioso dell’attuale”, commenta Peter Rosenstreich, head of market strategy di Swissquote.
Anche i titoli auriferi hanno registrato un rialzo, fa notare Joe Foster, portfolio manager e strategist di VanEck. E al di là delle prospettive dell’oro sulla base di fattori di mercato, c’è un importante aspetto da valutare quando si parla dei titoli del settore: le società hanno fatto grandi progressi sotto il profilo della governance. “Uno dei buoni regolamenti finanziari post-crisi messi in atto dal Dodd-Frank Act del 2010 è il voto per delega sulla retribuzione della dirigenza, altrimenti noto come say on pay, che permette realmente agli azionisti di decidere se i Ceo siano retribuiti eccessivamente”, spiega Foster. Il voto non è vincolante ma viene preso molto seriamente, con la conseguenza che alcune società aurifere hanno addirittura deciso di modificare le proprie politiche retributive se il consenso espresso dal say on pay scende sotto l’80%. “La crescente importanze dei criteri Esg nelle decisioni di investimento ha indotto gli investitori a concentrarsi ulteriormente sulla corporate governance”, commenta Foster.
Questo fenomeno si spiega anche con il fatto che, all’inizio del decennio in corso, i rendimenti per gli azionisti siano stati deludenti, a causa di acquisizioni errate, di situazioni di forte indebitamento e di performance operative inadeguate. Questo ha imposto di raddrizzare le discutibili prassi di gestione diffuse negli anni del boom. A volte sono le società che, spontaneamente, spingono per un cambiamento virtuoso. Ma più spesso è il risultato del crescente coinvolgimento degli azionisti, che mira ad allineare gli incentivi e gli obiettivi di una società con quelli degli stakeholder: tramite l’impegno dei soci attivisti (private equity e hedge fund che modificano la composizione dei cda e intraprendono spesso battaglie sulle deleghe) degli azionisti attivi (cioè fondi comuni che che palesano le proprie posizioni e spingono in direzione del cambiamento) ma anche degli Etf e altri fondi di replica degli indici che ricorrono a comitati di governance per guidare il voto per delega.
Spesso il coinvolgimento degli azionisti porta a risultati importanti. Per esempio, lo scorso giugno il gestore di hedge fund Paulson & Co. ha avviato una battaglia vincente sulle deleghe per licenziare il Ceo e sostituire il cda di Detour Gold, società che gestisce una miniera di rilevanza mondiale in Canada, in costante difficoltà dopo cinque anni funestati da infortuni sul lavoro, problematiche sociali e aumento dei costi di capitale. In altri casi gli azionisti sono riusciti a bloccare operazioni sbagliate, come nel caso dell’offerta ostile di Barrick su Newmont. Secondo Foster, l’impegno dei fondi nelle assemblee “contribuiscono a ricordare alle società le giuste priorità da accordare agli interessi degli azionisti”.
“Per battere l’inflazione nel lungo periodo, gli investitori dovranno costruire un portafoglio in cui mercati emergenti, oro, hedge fund e altre attività alternative abbiano maggiore prominenza”. La view di Pictet Am
Foster (VanEck): "Nel corso degli anni l'industria dell'oro ha compreso a proprie spese che gli azionisti non sono gli unici soggetti interessati alla gestione di una miniera"
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio