G20, hanno vinto i metalli preziosi
Secondo gli esperti di Merian Global Investors, dopo il summit di Osaka la volatilità sui mercati continuerà, mentre l’outlook per oro e argento resta positivo. I bond emergenti? E’ il momento del carry
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Lo scenario peggiore di un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali è stato evitato. Merito del summit del G20 durante il quale sono ripresi i negoziati tra Cina e Stati Uniti sul commercio, dopo l’aumento dei dazi a maggio per 200 miliardi di dollari di esportazioni cinesi in Usa e le conseguenti rappresaglie cinesi, che hanno messo sotto pressione i mercati finanziari e aumentato il rischio di ribasso per le prospettive economiche. Ne sono convinti Vincent Mortier, Deputy group cio, Didier Borowsky, head of macroeconomic research, e Monica Defend, head of strategy, deputy head of research di Amundi, che in un report analizzano le implicazioni post-Osaka a livello dei mercati finanziari globali e le possibili opportunità di investimento correlate.
Lo scenario peggiore di un’estensione dei dazi sui restanti circa 300 miliardi di dollari di importazioni dalla Cina, che avrebbe seriamente danneggiato l’economia globale, è stato evitato nel breve periodo, dunque. Alcune concessioni sono state fatte da entrambe le parti: dagli Stati Uniti per alleggerire il bando sulle tecnologie di Huawei (le compagnie statunitensi saranno nuovamente autorizzate a vendere attrezzature alla società cinese), e dalla Cina per intensificare l’importazione di beni agricoli statunitensi, spiegano gli esperti.
Si apre insomma un periodo di “grazia”. “L’economia statunitense non è stata immune dalle conseguenze del deterioramento del commercio mondiale (Pmi manifatturiero debole, 51,7 a giugno contro 56,6 all’inizio dell’anno e investimenti deboli). La volontà del presidente Trump di evitare un ulteriore indebolimento delle condizioni economiche degli Stati Uniti (e il sentiment degli investitori) consentirà al mercato di guadagnare tempo sulle dispute commerciali, prima che questo tema ritorni al centro dell’attenzione con l’inasprimento dei toni della prossima campagna elettorale presidenziale degli Stati Uniti”, assicurano.
Di qui il sollievo del mercato, ma non certo un rally per gli attivi rischiosi. “Come previsto, c’è stato qualche sollievo del mercato dopo il summit del G20 piuttosto che un forte rally, poiché alcuni progressi nelle dispute commerciali erano già in qualche modo scontati e le aspettative per un accordo completo sono ancora molto basse, specialmente riguardo al tema della supremazia tecnologica che è al centro della scena. L’attenzione tornerà sui dati economici, che continuano a mostrare debolezza, e sulle Banche Centrali, dove le aspettative per misure accomodanti sono alte, forse troppo alte con qualche rischio di delusione”, avvertono.
Per Mortier, Borowsky e Defend sono i mercati emergenti e i titoli azionari europei i vincitori della tregua commerciale. “Sebbene uno scenario di ripresa dei negoziati non modifichi sostanzialmente la nostra valutazione cauta del rischio, riteniamo che gli attivi dei mercati emergenti e le azioni europee potrebbero beneficiare in termini relativi del sollievo post G20”, concludono.