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Da Equita ad Anthilia, da Banca Generali ad Azimut, ecco le società che hanno costruito prodotti ad hoc, e le loro ricette per avvicinare gli investitori all’economia reale
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È partita la corsa agli Eltif. Le Sgr scommettono sul successo dello strumento dedicato agli investimenti illiquidi, che mette insieme le esigenze degli investitori di trovare nuove fonti di rendimento in un mondo a tassi zero e quelle dele imprese che devono crescere e rilanciassi. E che in Italia, grazie al varo delle regole sui Pir alternativi, può godere di benefici fiscali. Molti operatori di mercato si sono quindi organizzati, con Eltif già lanciati sul mercato o in arrivo prossimamente.
Equita si prepara al lancio di un Eltif specializzato in particolare sul private equity da 140 milioni di euro che si chiamerà Equita Smart Capital – Eltif. Il fondo investirà per il 60-70% in private equity su Pmi italiane – anche piccole, si parte da aziende da 25-30 milioni di fatturato a salire – che cercano di supporto finanziario per crescere, in particolare con l’obiettivo di incentivare investimenti legati alla digitalizzazione delle aziende e all’innovazione tecnologica in genere.
Il restante 20%-30% del fondo sarà dedicato invece al public equity, in particolare a investimenti in small cap quotate (che non siano né sul FtseMib né sul FtseMid), puntando in particolare sui titoli che, per effetto di una scarsa copertura da parte degli analisti, “hanno valutazioni decorrelate dai fondamentali”, ha spiegato nel corso di un evento organizzato da Aifi Rossano Rufini, Managing Partner di Equita Capital Sgr. Il prodotto verrà distribuito direttamente da Equita Capital Sgr alla clientela istituzionale e professionale e, in partnership con alcune reti di private banking, alla clientela retail.
“Gli Eltif garantiscono la clientela sia istituzionale sia retail perché permette di investire in uno strumento trasparente e vigilato”, ha commentato Rufini. Uno strumento “fondamentale per incanalare l’economia europea verso un percorso di crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva” e di conseguenza quello ideale per collegare gli investimenti all’economia reale”, ha aggiunto Rufini. “Se vogliamo aiutare la piccola-medio impresa, quella che ha effettivamente bisogno di capitale di supporto – soprattutto in questo contesto – dobbiamo sviluppare internamente delle soluzioni e cercare di convogliare gli investimenti, rafforzare la struttura dei team locali con presenza sul territorio, la loro organizzazione, in modo tale da proporre dei prodotti che siano di alta qualità ed investano in maniera professionale e organizzata”, ha aggiunto.
Anthilia ha invece costruito un Eltif in cui far confluire i due punti di forza della società, cioè il private debt senior e il posizionamento sulle small cap italiane, come ha specificato Daniele Colantonio, partner product development di Anthilia Capital Partners Sgr. Il fondo, che ha un orizzonte di sette anni, investe da una parte in bond e loan a medio termine, quindi sostenendo lo sviluppo delle imprese “che hanno bisogno di questi tipi di finanziamenti per crescere, per ‘prendere l’ascensore'”, e dall’altra parte in azioni di small cap italiane quotate sotto i 500 milioni di capitalizzazione.
Un aspetto importante di questo prodotto, ha sottolineato Colantonio, “è la cedolarità: i prodotti che richiedono pazienza richiedono di garantire dei flussi, siamo contenti che queste caratteristiche si possano combinare in un Eltif, che è uno strumento straordinario”.
Banca Generali ha lanciato Real Italy Eltif, un prodotto con una asset allocation multistrategia e multi gestore, che spazia dalle azioni ai direct lending “con la prospettiva di un ritorno di capitale abbastanza anticipato rispetto a quello che solitamente è il lungo orizzonte di investimento richiesto per supportare le Pmi”, ha spiegato Claudia Vacanti, Head of Product Development di Banca Generali.
In pratica, essendo multistrategia, “il fondo ha porzioni di portafoglio investite su asset fixed income del private debt che possono andare a completare il ciclo di investimento al quinto anno e fornire un flusso cedolare mitigando il tema della illiquidità, e dando al capitale allocato sulla parte equity un tempo più lungo fisiologicamente necessario per portare a maturazione i rendimenti azionari che necessitano di maggiore orizzonte temporale”.
Azimut sta puntando molto sui mercati privati tramite Azimut Libera Impresa, una piattaforma di servizi e prodotti dedicati agli investimenti alternativi. E si è mossa anche sugli Eltif: “Su questo ci siamo mossi in largo anticipo”, ha commentato Marco Belletti, ceo di Azimut Libera Impresa Sgr, dichiarando che questo strumento rappresenta un tassello essenziale per gli obiettivi della società di “democratizzazione” degli investimenti in economia reale.
Belletti ha citato “un Eltif Pir, una strategia di rescue finance in partnership con Muzinich & Co., che investe in società sane che attraversano una momentanea fase di crisi, ed è in distribuzione da luglio”; e l’AZ Eltif Ophelia, che punta a investire in quote di minoranza delle Pmi italiane. La società ha anche lanciato un “Pir box”, “che il nostro cliente può riempire a suo piacimento con tutti gli strumenti Pir compliant”, ha spietato Belletti. Muzinich, a sua volta, aveva già lanciato altri due Eltif prima della partnership con Azimut, di cui uno assieme a Cordusio Sim.
Anche Hedge Invest sta lanciando un Eltif con Algebris, “interamente focalizzato sul mercato azionario, con investimenti in società quotate e quotande italiane sotto i 500 milioni di capitalizzazione”, ha detto Alessandra Manuli, ad di Hedge Invest Sgr. Il prodotto sarà in sottoscrizione fino a luglio 2021.
Tra gli altri player che hanno lanciato i loro Eltif vanno menzionati anche Eurizon – che è stata la prima società a lanciare un Eltif in Italia con Eurizon Italian Fund, strumento con oltre il 50% di esposizione in azioni di società italiane e un 25% massimo di strumenti non quotati – e Kairos, con il Renaissance Eltif.
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