Bruxelles alza le stime di crescita allo 0,9% per il 2023 e conferma il +1,5% per il 2024. Roma +0,8% quest’anno, poi +1%. In calo l’inflazione ma restano “venti contrari”, anche secondo i gestori
A quasi un anno dall’aggressione di Mosca ai danni dell’Ucraina, la frenata dell’energia salva l’Eurozona dalla recessione. Parola di Bruxelles che, nelle consuete previsioni economiche d’inverno, ha alzato le stime sulla crescita per quest’anno allo 0,9% in Eurolandia e allo 0,8% nell’Ue, rispetto allo 0,6% e allo 0,5% previsti lo scorso novembre. Entrambe le aree sono quindi destinate a evitare di un soffio la contrazione tecnica, inizialmente prevista per la fine dell’anno, mentre l’attesa di crescita per il 2024 è confermata rispettivamente dell’1,5% e dell’1,6%. Anche l’inflazioneè vista in calo: ora il documento parla di +5,6% quest’anno e +2,5% il prossimo nell’Area euro, contro il +6,1% e il +2,6% delle rilevazioni autunnali.
Per Italia e Germania niente segno meno
Le buone notizie da Bruxelles, che hanno parzialmente rianimato i mercati in attesa del cruciale dato di martedì sull’inflazione a stelle e strisce, non si fermano qui. Anche Italia e Germania, secondo gli economisti della Commissione europea, possono infatti tirare un sospiro di sollievo e contare sul segno più.
Il Prodotto interno lordo tricolore è dato in crescita dello 0,8% nel 2023 e dell’1% nel 2024. L’inflazione è invece attesa al 6,1% e poi in calo al 2,6% il prossimo anno. Nelle precedenti previsioni il consenso era di un aumento fino allo 0,3% nel 2023 e all’1,1% nel 2024. “In Italia la crescita si è contratta marginalmente nell’ultimo trimestre del 2022, ma si prevede che quest’anno si riprenda gradualmente e che si eviti una recessione tecnica per il 2023”, ha sottolineato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, secondo cui il Pil reale dovrebbe crescere grazie alla domanda privata ma anche ai progetti di investimento pubblico inclusi nel Piano di ripresa e resilienza del Paese.
Quest’anno, quindi, l’Italia non sarà la maglia nera di Eurolandia: la Germania infatti crescerà dello 0,2% e la Francia dello 0,6%. La Spagna accelererà invece dell’1,4%, anche se l’economia che si espanderà di più sarà quella dell’Irlanda: +4,9%. Nell’Area euro non c’è alcun Paese in recessione, mentre nella Ue la sola Svezia avrà un Pil negativo (-0,8%). Diversa però la situazione nel 2024, quando Roma tornerà fanalino di coda con un +1% a fronte dell’1,3% di Berlino, dell’1,4% di Parigi, del 2% di Madrid.
Ma i “venti contrari” restano
Naturalmente le stime non sono esenti dai rischi. E i tecnici comunitari mettono nero su bianco che la situazione potrebbe cambiare vista l’instabilità del quadro. Nel report si spiega che gli sviluppi favorevoli dopo le previsioni autunnali hanno migliorato le prospettive di crescita per quest’anno e la continua diversificazione delle fonti di approvvigionamento insieme al forte calo dei consumi ha lasciato i livelli di stoccaggio del gas al di sopra della media stagionale, mentre i prezzi all’ingrosso sono scesi ben al di sotto dei livelli prebellici. Inoltre, il mercato del lavoro Ue ha continuato a registrare ottimi risultati, con il tasso di disoccupazione rimasto al minimo storico del 6,1% fino alla fine del 2022.
“I venti contrari, tuttavia, rimangono forti”, viene sottolineato, spiegando che consumatori e imprese continuano a far fronte a costi energetici elevati e l’inflazione core è ancora in aumento a gennaio. Con il persistere delle pressioni sui prezzi, “la stretta monetaria è destinata a continuare, pesando sull’attività economica ed esercitando un freno agli investimenti”, concludono gli economisti.
Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price
Nonostante l’ottimismo, secondo Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price, la recessione per l’Eurozona resta uno scenario possibile. “Sebbene i prezzi del gas siano scesi, sono emersi altri fattori di rischio che, secondo le nostre previsioni, peseranno sull’economia nel corso dell’anno. Quindi, anche se nel breve termine non si esclude una ripresa, ritengo che la decrescita sia ancora probabile nella seconda metà dell’anno”, spiega l’esperto
Per Wieladek, nel breve periodo l’attività dell’Eurozona continuerà ad essere resiliente grazie al calo dei prezzi del gas, alla normalizzazione delle catene di fornitura e al pieno portafoglio ordini. Ma, nel medio termine, la debolezza economica globale e gli effetti della politica monetaria porteranno probabilmente a una contrazione “La tenuta dell’inflazione core dell’indice dei prezzi al consumo, insieme a quella dell’attività reale, sosterrà il forte impegno della Bce per un’ulteriore stretta monetaria. Questo probabilmente rafforzerà la dinamica recessiva nel corso dell’anno”, osserva.
Una view, quella di Wieladek, che ha diverse implicazioni per il mercato. “Nel breve termine, la tenuta dell’inflazione core e la resilienza dell’attività consentiranno all’Eurotower di continuare il suo percorso decisamente da falco”, sottolinea l’economista. Che prosegue: “Inoltre, le previsioni del consensus si allontaneranno probabilmente da uno scenario di recessione grazie ai prezzi del gas più bassi di quest’anno. Nel complesso, riteniamo che ciò porterà a un’inversione più profonda della curva dei rendimenti dei Bund e a un euro più forte nei prossimi tre mesi circa”. Tuttavia, secondo il chief european economist di T. Rowe Price, a partire da luglio, quando cioè i fattori di medio termine avranno effetto e si profilerà la recessione, la dinamica si invertirà con la divisa comunitaria in calo e un inasprimento della curva dei rendimenti tedeschi.
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