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Dopo la vittoria dei democratici nel tanto atteso ballottaggio in Georgia, i mercati finanziari hanno in gran parte ignorato i disordini di Washington, e si sono concentrati soprattutto su quello che il neo presedente Usa, Joe Biden, potrà fare ora che, conquistato il Senato, controlla seppure di misura il Congresso americano. A detta degli esperti, la strada per l’inquilino della Casa Bianca appare tutt’altro che in discesa, visto che l’esigua maggioranza di cui gode difficilmente gli permetterà di attuare tutte le misure promesse.
Con l’elezione in Senato di Jon Ossoff e Raphael Warnock della Georgia, Biden ha infatti 50 seggi su 100 e la maggioranza di fatto grazie al ruolo della vicepresidente Kamala Harris che, in quanto presidente del Senato, avrà il voto decisivo in caso di equilibrio. Per la prima volta dal 2011 i dem controlleranno quindi contemporaneamente sia il Senato sia la Camera dei rappresentanti sia la Casa Bianca, ma non si tratta della sperata ‘blue wave’.
“I democratici hanno ottenuto il controllo effettivo del Senato, il che ha fornito una solida base per l’attuazione del programma legislativo. I mercati finanziari si concentreranno sulle prospettive di maggiori stimoli fiscali negli Stati Uniti, a breve termine, e di un aumento delle tasse in seguito”, spiega Paul O’Connor, responsabile del team multi-asset di Janus Henderson Investors, secondo cui al di là della politica fiscale, l’attenzione degli investitori si sposterà ora verso altre aree dell’agenda politica dem, come la spesa per le infrastrutture, gli aumenti dei salari minimi e un maggiore intervento normativo in una serie di settori chiave. “Dato che l’attuazione della legislazione in molte aree richiederà ancora 60 voti per passare al Senato, sembra giusto aspettarsi una versione più light del programma di politica democratica, piuttosto che la versione più radicale”, sottolinea O’Connor.
Per l’esperto, un ripulisti democratico dovrebbe risollevare le aspettative di crescita degli Stati Uniti, con conseguenze abbastanza ovvie per i rendimenti obbligazionari. “Per i titoli azionari le implicazioni sono più complicate – avverte -, con il previsto incremento del Pil che sarà in qualche modo controbilanciato da un aumento delle tasse e da una maggiore ingerenza regolamentare. In termini generali, i titoli value e i ciclici dovrebbero essere favoriti rispetto ai titoli growth, ai titoli ‘momentum’ e a molti dei vincitori dell’era del Coronavirus”.
“Paradossalmente, ciò che sembra una buona notizia per l’economia statunitense è probabilmente una cattiva notizia per la performance relativa dei titoli statunitensi – conclude O’Connor -. Questo perché la prospettiva di un aumento delle tasse sulle società, di rendimenti obbligazionari più elevati e le preoccupazioni per l’ingerenza normativa peseranno maggiormente sui media, sulla tecnologia e sui colossi delle comunicazioni che dominano gli indici statunitensi. I titoli Usa registrano una performance inferiore a quella del mercato globale dallo scorso agosto. Ci aspetteremmo che un ripulisti democratico estenda questa tendenza, favorendo una rotazione dai titoli statunitensi verso i mercati emergenti e verso l’Europa”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Esty Dwek, head of global macro strategy di Natixis IM Solutions, secondo cui la vittoria in Georgia dovrebbe permettere a Biden di approvare ulteriori misure di stimolo, un pacchetto di infrastrutture da 3.500 miliardi di dollari, così come un aumento delle tasse sulle imprese (anche se le tempistiche sono ancora incerte). “Tuttavia Biden – precisa la Dwek -, con una maggioranza di misura e alcuni democratici conservatori al Senato, non avrà di certo carta bianca, ed è improbabile che alcuni tra i punti più progressisti del suo programma possano essere approvati”.
Anche gli strategist di Mps Capital Services ritengono che verosimilmente buona parte della legislazione avrà bisogno della cooperazione dei repubblicani in quanto le riforme più importanti richiedono per passare almeno 60 voti al Senato e questo tempererà gli elementi più ambiziosi dell’agenda di Biden. “Diverso il discorso per le misure fiscali che possono essere approvate con una maggioranza semplice utilizzando il processo di budget e in particolare il processo di riconciliazione”, sottolineano.
Questa situazione, secondo Andrea Siviero, investment strategist di Ethenea Independent Investors, potrebbe far aumentare la volatilità sulle Borse Usa e accelerare la rotazione dai titoli growth a quelli value. “Dopo le elezioni di novembre, i mercati hanno reagito positivamente alla prospettiva di un presidente democratico e un Congresso diviso, che avrebbe impedito all’amministrazione Biden di varare alcuni dei provvedimenti più controversi, come la retromarcia sui tagli delle tasse per le imprese o l’introduzione di norme antitrust più severe. Uno scenario che era già prezzato nelle previsioni di mercato”, fa notare lo strategist, secondo cui ora la nuova affermazione dei democratici dovrebbe spingere la volatilità sui mercati e la notizia positiva di uno stimolo fiscale più generoso potrebbe essere annullata dai rischi di un aumento delle tasse sulle imprese.
“Con l’equilibrio 50 a 50 al Senato, il voto decisivo spetterà al nuovo vicepresidente Kamala Harris. Per far passare i provvedimenti più divisivi, i democratici dovranno assicurarsi che la compagine dei loro senatori rimanga compatta e questo crea comunque qualche incertezza, che si rifletterà nell’andamento dei mercati”, mette in guardia Siviero.
“La spallata dei democratici, padroni della presidenza e di entrambe le camere, potrebbe spingere i titoli ciclici e ampliare la rotazione dalle azioni growth, che caratterizzano soprattutto il Nasdaq, a quelle value, tipiche del Dow Jones e delle piccole e medie aziende dell’indice Russell 2000, dato che il programma di stimolo di Biden è finalizzato alla ripresa economica e al sostegno dei settori ciclici”, conclude lo strategist, che si aspetta inoltre una risalita dei tassi dei titoli di Stato Usa, legata alle attese per uno stimolo fiscale più ampio e a un incremento delle emissioni pubbliche.
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