Emergenti, il calo delle vendite al dettaglio non fa paura
Secondo gli esperti, si tratta di eventi sostanzialmente isolati, che non rappresentano un rischio per l'universo dei Paesi in via di sviluppo
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La crescita globale continua a dare modesti segnali di ripresa e le previsioni sui mercati emergenti si fanno sempre più positive. Parola del team Global fixed income, currency and commodities group di J.P. Morgan Asset Management. “I nostri indicatori interni delle sorprese economiche segnalano infatti un netto miglioramento dei dati e delle previsioni per i mercati emergenti da marzo in poi – spiega il Bond bulletin settimanale -, e anche il nostro indicatore anticipatore dell’andamento economico è in forte recupero dopo una lunga fase di debolezza. L’ultimo World Economic Outlook del Fmi conferma ampiamente la nostra previsione che quest’anno il differenziale di crescita tra Mercati Emergenti e Mercati Sviluppati è destinato ad aumentare e che nel 2020 si farà ancor più ampio: un contesto che favorisce il debito emergente. Sussistono anche le condizioni necessarie per una buona performance delle valute emergenti, specialmente ora che il rafforzamento del dollaro è frenato dall’orientamento accomodante della Federal Reserve e le probabilità che l’economia statunitense riesca a mettere a segno una crescita robusta come quella dell’anno scorso sono limitate”.
Il debito in valuta forte dei mercati emergenti ha realizzato un’ottima performance da inizio anno, assicurano gli analisti. “Le obbligazioni governative e societarie dei Paesi Emergenti hanno generato rispettivamente un rendimento del 7,30% e del 5,57%. Da inizio anno gli spread dei titoli di Stato hanno registrato una variazione di 75 punti base (pb) e quelli delle obbligazioni societarie di 50 pb, il rendimento offerto da entrambe le classi di attivo è interessante a fronte del miglioramento delle condizioni. La vera incognita per gli investitori nei mercati emergenti è stata la performance delle valute della regione. Dopo il deludente andamento degli inizi del 2018, l’indice delle valute emergenti (Emfx) ha guadagnato il 3,66% rispetto ai minimi toccati a settembre dell’anno scorso. Tuttavia, negli ultimi mesi la sua evoluzione è stata meno brillante, e da inizio anno l’indice Emfx ha archiviato una crescita dell’1,42% soltanto rispetto al dollaro. Di conseguenza, l’indice delle valute emergenti è in ribasso del 7,81% dai primi del 2018. In passato le valute emergenti si sono sempre apprezzate dopo la fine dei cicli di inasprimento della Fed, ma questa volta il loro comportamento non sembra confermare la tendenza storica (dati aggiornati al 9 aprile)”.
“Gli afflussi nei fondi di investimento sono stati estremamente positivi nel primo trimestre – prosegue il report -, ma i dati di inizio aprile rivelano un quadro più contrastante. Il nostro indicatore interno della raccolta dei fondi segnala che nel primo trimestre gli afflussi nei fondi del debito emergente sono ammontati a quasi 23 miliardi di Dollari, mentre questo mese (al 9 aprile) abbiamo rilevato deflussi per circa 1,1 miliardi di Dollari, forse dovuti alle prese di beneficio dettate dalla prudenza. È possibile che gli investitori ritengano che le prospettive per i nuovi investimenti in questi fondi siano limitate, ma vale la pena di sottolineare che, malgrado gli afflussi registrati a tutt’oggi, i livelli di investimento sono ancora al di sotto di quelli dell’aprile scorso. Inoltre, il recente debutto della compagnia saudita Aramco sui mercati obbligazionari internazionali con un’emissione multi-tranche che ha attirato sottoscrizioni per oltre 100 miliardi di dollari dimostra che vi sono ingenti capitali in attesa di essere investiti in emissioni di buona qualità. Dato che l’offerta di titoli di Stato dei mercati emergenti è sempre bassa e l’attività futura sul mercato primario sembra circoscritta al debito societario, riteniamo che parte di questi capitali in attesa sarà investita nel mercato secondario. Per quanto riguarda le valute, vari sondaggi segnalano che gli investitori hanno ridotto le posizioni lunghe e quindi esistono le condizioni necessarie per un rialzo a breve, in caso di ulteriori notizie positive”.
Cosa significa per gli investitori obbligazionari? “Visto che quest’anno il contesto macroeconomico è più propizio agli attivi più rischiosi – è la conclusione degli esperti -, gli investitori con un’esposizione al debito emergente e ad altre classi di attivo ad alto rendimento hanno beneficiato del sostanziale rialzo messo a segno nel primo trimestre. Poiché prevediamo che le condizioni si mantengano positive e la domanda di obbligazioni societarie non accenni a diminuire, cercheremo di sfruttare le interessanti opportunità di guadagno offerte dalle obbligazioni governative e societarie in valuta forte dei mercati emergenti. Abbiamo un orientamento più positivo sulla duration e pertanto intendiamo privilegiare le emissioni societarie di migliore qualità con scadenze più lunghe. Al contempo, visto il miglioramento dei fattori tecnici e i fondamentali positivi, gli investitori che puntano su rendimenti potenziali più elevati potrebbero trovare interessante un’esposizione selettiva alle emissioni emergenti in valuta locale”.