Fra tensioni, elezioni, dinamica dei prezzi e crescita, insieme a possibili cambi di passo nelle politiche monetarie, sono diverse le incognite che domineranno il settore nel 2024. Fari puntati su dollaro, euro e yen. Ma attenzione alle divise dei Paesi più esposti a fragilità politiche
Ugo Lancioni, head of Global Currency e senior portfolio manager Fixed Income di Neuberger Berman
Geopolitica, andamento dell’inflazione e politiche monetarie sono i fattori chiave, e in gran parte concatenati tra loro, che dominano gli outlook sulle valute per il 2024. Per quanto riguarda il primo aspetto, in particolare, un elemento da monitorare con grande attenzione riguarda l’elevato numero di elezioni chiaveche coinvolgeranno ben 77 nazioni durante l’anno. “Nel 2024, le votazioni interesseranno più della metà della popolazione globale in Paesi che rappresentano oltre il 40% del Pil mondiale”, rimarca Ugo Lancioni, head of Global Currency e senior portfolio manager Fixed Income di Neuberger Berman. I riflettori dell’esperto sono puntati sulle presidenziali negli Usa, le parlamentari in Europa e nel Regno Unito, appuntamenti cruciali per i mercati finanziari e per il dollaro.
Paul Mielczarski, head of Global Macro Strategy di Brandywine Global (gruppo Franklin Templeton)
Un’altra variabile significativa è lo stato di salute di alcune superpotenze, a partire dagli Usa. “La questione chiave per le valute ruota attorno alla prospettiva di una outperformance continuativa degli States”, sottolinea Paul Mielczarski, responsabile Global Macro Strategy di Brandywine Global (Franklin Templeton). Eppure, proprio sotto questo profilo, le prospettive non paiono così rosee. “Almeno una parte del recente andamento della crescita a stelle e strisce è derivata da una politica fiscale eccezionalmente stimolante rispetto alle altre economie G10 ma ora prevediamo una decelerazione del sostegno fiscale che, combinata con tagli ai tassi della Fed, potrebbe portare a un indebolimento del dollaro”, spiega lo specialista. Inoltre, aggiunge, “le dinamiche del debito americano nel medio termine potrebbero costituire un vento sfavorevole per il biglietto verde”. Mielczarski prevede infine che la brusca discesa dell’inflazione registrata nell’Eurozona in questi ultimi mesi porti la Bce a invertire almeno in parte la stretta monetaria, ridando slancio ai consumi. In aggiunta, anche la Bank of Japan dovrebbe avviare la normalizzazione dei tassi nel breve periodo.
Una cruciale fonte d’incertezza riguarda poi la traiettoria della crescita economica cinese. “L’aggiustamento strutturale nel settore immobiliare continua a rappresentare un notevole freno allo sviluppo. La debolezza nelle attività legate all’edilizia mette sotto scacco …
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