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Finanziamenti giù del 37%, stabili i round. Ma il quarto trimestre si chiude in crescita e fa ben sperare per il 2024. Calano gli investitori attivi, record per le exit. Tra i settori stravince il DeepTech
Nel 2023 startup e imprese innovative italiane hanno attirato meno investimenti. Il venture capital tricolore ha infatti archiviato l’anno a quota 1,17 miliardi di euro, registrando una flessione del 37% rispetto ai 1,86 miliardi del 2022. I round di finanziamento sono invece rimasti sostanzialmente stabili: 325 contro i 339 dei dodici mesi precedenti. È quanto emerge dall’Osservatorio sul Venture Capital in Italia, realizzato da Growth Capital in collaborazione con Italian Tech Alliance. Stando ai dati, la frenata è dovuta soprattutto al calo delle operazioni di grandi dimensioni, la cui incidenza è passata dal 38% al 17%.
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Quarto trimestre in ripresa
Dall’analisi emerge l’andamento positivo dell’ultimo trimestre, nel quale sono stati raccolti 383 milioni di euro. Si tratta del miglior risultato dal periodo luglio-settembre del 2022 e del secondo di sempre per numero di round (90). I valori sono in crescita rispetto a quelli precedenti e si confermano superiori alla media storica. Considerando la segmentazione per tipologia delle varie tappe di finanziamento, negli ultimi tre mesi del 2023 i pre-seed e i seed italiani sono stati i più frequenti (23 e 64 milioni di raccolta rispettiva, con 32 e 42 round). I serie B e successivi coprono invece il 66% dell’ammontare, per 254 milioni totali in sette tranche.
Nell’arco dei dodici mesi, quasi la metà delle fasi di investimento sono state seed (257 milioni di raccolta su un totale di 164 round), mentre i 348 milioni dei serie A ne fanno la tipologia che ha accumulato maggiori capitali in 48 step di finanziamento. L’aumento significativo del numero di investitori attivi in early stage, tra cui gli acceleratori verticali promossi da Cdp, ha poi determinato una forte crescita del numero di pre-seed: dai 55 del 2022 a 92. Tra i top cinque deal, si trovano Bending Spoons (100 milioni, Growth Vc) e D-Orbit (100 milioni, Serie C), seguite da Nouscom (67,5 milioni, Serie C). Fuori dal podio Aavantgarde Bio (61 milioni, Serie A) ed Energy Dome (55 milioni, Serie B). Il 2023 ha infine segnato il record storico in termini di exit, che sono salite del 16% e hanno raggiunto il totale di 44 (41 operazioni di M&A e tre Ipo).
Calano gli investitori attivi
In flessione il numero di investitori attivi rispetto al 2022, che cresce di poco anche in relazione ai dati del 2021. E il 35% di essi risulta di provenienza internazionale. Inoltre, dall’Osservatorio emerge la presenza di almeno un operatore straniero in ognuno dei round più consistenti. CDP Venture Capital si conferma prima, con 52 deal portati a termine, seguita da Exor Seeds/Vento Ventures (24) e Azimut (21).
DeepTech in testa
Per quanto riguarda i singoli settori, nel terzo trimestre il DeepTech e il Software hanno totalizzato il maggior numero di round (15 e 13). Dietro di loro, con 12 operazioni all’attivo, il comparto Food & Agricolture. A livello annuale, prevalgono invece i 48 deal di Smart City, seguiti dai 45 di Deep Tech e dai 42 dei Software. Guardando all’ammontare raccolto, è sempre la tecnologia a farla da padrona nell’ultimo trimestre (127 milioni) mentre Life Sciences e cibo la seguono a lunga distanza (79 e 61 milioni). La stessa classifica ma sui 12 mesi registra nuovamente il primato del DeepTech (251 milioni), seguito dal Software (199 milioni) e dalle Life Sciences (186 milioni). Un altro elemento che emerge dal rapporto è che la size media dei round cresce nei settori DeepTech e Media mentre cala nel Fintech e nel Digital.
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Buone prospettive per il 2024
Secondo il rapporto, nel 2023 il venture capital italiano “è tornato sulla traiettoria di maturazione più lenta e costante iniziata dal 2019”. Una tendenza “riscontrabile nel miglioramento di metriche fondamentali come il numero di exit, la partecipazione degli investitori internazionali e l’ammontare mediano dei round”. Ecco perchè il founding partner Fabio Mondini de Focatiis prevede investimenti in aumento nel 2024, “con possibili sviluppi positivi legati al numero e alle caratteristiche dei mega round e alla partecipazione di investitori internazionali”. Secondo Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance, i dati mostrano invece come i finanziatori si siano focalizzati in ambiti che hanno un impatto reale sul miglioramento delle condizioni di vita delle persone. “Un’altra sfera di interesse è sicuramente quella dello sviluppo sostenibile, che ben si concilia con le risorse del Pnrr”, conclude.
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