3 min
Bain & Company: nel primo trimestre volumi in calo del 16%. L’anno scorso si è chiuso investimenti per 1,6 miliardi. Ma il mercato tricolore vale solo il 2% in Europa
Un 2022 d’oro per il venture capital italiano, seguito però da un inizio d’anno in frenata e prospettive incerte per i mesi futuri. Nei primi tre mesi del 2023 il settore ha infatti rallentato la sua corsa, registrando una contrazione del 16% a livello di volume e del 69% in termini di valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (che però era stato fortemente influenzato dall’affare Scalapay). A tirare le somme è il secondo il report annuale di Bain & Company sugli investimenti in startup nel mercato italiano, dal quale emerge come l’andamento futuro sia legato a doppio filo al closing di pochi mega-deal su early e late stage. L’Italia comunque, con un peso di appena il 2%, ricopre ancora un ruolo marginale nel panorama europeo, a lunga distanza da Regno Unito, Francia e Germania.
“Da gennaio ad oggi abbiamo comunque registrato deal rilevanti e, in un contesto globale di incertezza”, spiega Emanuele Veratti, partner e digital practice leader di Bain, secondo cui si tratta comunque di un segnale positivo. “Nella seconda metà dell’anno sarà fondamentale il supporto istituzionale, in particolare la messa a terra delle risorse del Pnrr destinate a transizione energetica e digitale. Questa liquidità sarà cruciale per sostenere il volume dei deal, fornire ulteriore spinta a questo mercato e replicare i numeri dello scorso anno”, aggiunge.
Un 2022 da incorniciare
Guardando al 2022, mentre il venture capital a livello europeo registrava una contrazione dei finanziamenti, l’Italia ha brillato con un numeri record: +46%, con investimenti a quota 1,6 miliardi di euro. Si è trattato del secondo anno consecutivo con finanziamenti sopra il miliardo.
“L’Italia continua a giocare un ruolo centrale e pionieristico nel mondo della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo del talento. Tuttavia, resta molto spazio per una crescita sistemica degli investimenti in startup ed è necessario e urgente accelerare sulla forte frammentazione ancora esistente in termini di investimenti in venture capital nel Paese: se la Lombardia, e in particolare l’area di Milano, si conferma l’hub principale in termini di innovazione il resto del Paese continua a mostrare un forte gap”, sottolinea Veratti.
Dal report emerge inoltre che lo scorso anno la crescita è stata guidata dalla dimensione delle operazioni, con un evidente consolidamento verso mega deal e early e later stage. In termini di settori, il mondo dei servizi finanziari ha registrato i maggiori investimenti, seguito dalla tecnologia. Sul podio dei più grandi affari nel 2022 Bending Spoons, Satispay, Scalapay.
A livello territoriale, la Lombardia si conferma in testa, con 1,3 miliardi di euro investiti (circa l’80% del totale). Seguono la Toscana, con 77 milioni di euro (5% del valore totale del mercato) e il Lazio, con il 3% del mercato (56 milioni di euro). Rimangono invece indietro Sardegna, Sicilia, Calabria e Puglia con poco più di 8 milioni di euro di investimenti complessivi.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.