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La casa lancia un veicolo insieme alla boutique svizzera di impact investing. Nel mirino, un mercato da potenziali 700 miliardi. Basola: “Target di raccolta a 125-150 milioni”. Sofia: “Così promuoviamo un sistema alimentare sostenibile”
Contrastare il cambiamento climatico attraverso il sostengo alla trasformazione del sistema agroalimentare, che è una delle prime cause di gas serra, deforestazione, consumo di acqua e riduzione della biodiversità. Ma anche cavalcare un mercato che, secondo AgFunder, promette di raggiungere i 700 miliardi di dollari entro il 2030 grazie a un tasso di crescita annuo composto del 29,1%. È questo il duplice obiettivo dietro all’ultimo progetto di corporate venture capitale targato Mirabaud Asset Manager, che sta per lanciare un fondo specializzato in agritech in collaborazione con la boutique di impact investing svizzera Zebra Impact Ventures. Un’iniziativa che, spiegano le due società, promette di raccogliere di 125-150 milioni di euro e punta a raggiungere un totale di sei operazioni di finanziamento già entro il prossimo 31 dicembre.
Un settore decisivo in chiave green
A spiegare il punto di partenza della collaborazione sono stati i soggetti che ne sono protagonisti: David Basola, head of Southern Europe di Mirabaud AM, e Fabio Sofia, co-fondatore di Zebra. “I sistemi agroalimentari sono responsabili del 31% delle emissioni di CO2, determinano l’80% della deforestazione, rappresentano la causa del 70% della biodiversità perduta e del 70% delle acque dolci consumate”, hanno detto i due manager. Senza dimenticare, sottolineano, il fattore demografico: entro il 2050 la popolazione globale toccherà i 10 miliardi, la domanda di cibo aumenterà del 60% e, se la quota di terreni agricoli supererà l’attuale 50% del totale, andrà sacrificata sull’altare dell’agricoltura un’area di foresta pari a circa due volte l’India.
Da questa visione, l’idea che un driver importante della transizione verso sistemi produttivi sostenibili risieda nella tecnologia così come la convinzione che la modalità ideale per investirvi sia il corporate venture capital. “Secondo AgFunder, nonostante gli ostacoli macroeconomici emersi nel 2022, il trend di finanziamento di imprese altamente innovative in campo alimentare è solido”, spiega Basola. Che aggiunge: “Al fine di cogliere al meglio le opportunità offerte dal settore, abbiamo deciso di avviare una partnership con Zebra Impact Ventures, che metterà a disposizione dei clienti una strategia innovativa”.
Europa e Serie B i target principali
La strategia è classificata come art.9 da normativa Sfdr e sviluppa un focus su 20-25 società naturtech principalmente europee, anche se parte dell’esposizione guarda pure agli Stati Uniti (10-20%) e ad alcuni Paesi emergenti (10%). L’allocazione indicativa vede il 70% del portafoglio orientato ad aziende in fase di crescita (serie B) e dalla tecnologia già consolidata mentre il restante 30% indirizzato verso imprese più recenti (di tipo Serie A+) per intercettare soluzioni fortemente innovative. “Il target di raccolta indicativo è di 125-150 milioni”, illustra Basola, che aggiunge come il rendimento atteso in termini di IRR sia del 25%. Tra 1 e 2 milioni è il taglio medio di investimento per l’early stage e tra 4 e 6 quello previsto in caso di growth equity. Quanto al processo di selezione, Sofia spiega come le variabili che guidano il team di gestione siano essenzialmente tre: il potenziale della tecnologia proprietaria, la lungimiranza dei fondatori e la capacità di generare flussi di cassa nel presente pur senza dover essere necessariamente in utile. Non solo. Le aziende target vengono individuate nell’ambito di tre sotto-settori che sono considerati particolarmente impattanti ma anche economicamente promettenti: l’agricoltura di precisione, che ha raccolto oltre 10 miliardi di dollari nel 2022; l’alimentazione alternativa alla carne e ai latticini, il cui mercato europeo è stato valutato quasi 2 miliardi di dollari nel 2021 e promette di crescere del 20% entro il 2028; il riciclo e la circolarità, per i quali si stima un volume d’affari di 238 miliardi di dollari a livello globale entro il 2024.
Tra gli esempi di realtà che rientrano nel radar del nuovo veicolo c’è Pachama, attiva nel mercato di carbon credit con l’obiettivo di standardizzare il processo di verifica e creare un collegamento efficiente tra domanda e offerta modelli di machine learning. Citata anche BettaF!sh, impresa tedesca che produce una versione vegana del tonno e dei frutti di mare servendosi di alghe coltivate, rigenerative e nutrienti. Da non dimenticare neppure Koa Impact, che sta trasformando la produzione di cacao mediante il riciclo della parte che tradizionalmente viene gettata via: la start-up, con sede in Svizzera, sfrutta l’energia solare per estrarre la polpa del frutto direttamente in Ghana e con essa produce nuovi ingredienti gastronomici e industriali.
Piani ambiziosi
Quanto al futuro, i piani delle due società per il nuovo veicolo si dimostrano ambiziosi. “Abbiamo cofinanziato quattro deal prima dell’apertura del fondo e puntiamo a chiuderne altre due entro il 31 dicembre per un totale di sei”, spiega Basola. Gli fa eco Sofia: “La settimana prossima ci sarà il primo silent closing per iniziare il road”.
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