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Al via i lavori della diciottesima edizione del Forum del Private Banking: “Fiducia, innovazione e protezione. Il valore della consulenza Private”, che racconterà — tra gli altri spunti di riflessione — delle performance del settore in un momento complesso come quello che stanno vivendo i mercati e di quali saranno le sfide future del comparto, tra cui nuove generazioni e digital asset
“Anche in un anno straordinariamente complesso come il 2022, il Private Banking ha saputo proseguire nel suo virtuoso percorso di crescita.” Ad affermarlo è Andrea Ragaini, presidente di AIPB, in occasione della presentazione del XVIII edizione del Forum del Private Banking, dal titolo: “Fiducia, innovazione e protezione. Il valore della consulenza Private”, oggi 23 novembre live da Borsa Italiana sul sito dell’associazione e dal 25 novembre disponibile on demand su FR|Vision.
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Il settore del private banking ha effettivamente retto il peso di uno scenario sfidante, stando ai dati dell’“Analisi del mercato servito dal Private Banking” pubblicato nel 2022, che segnalano nel primo semestre di quest’anno una raccolta netta positiva del 4,1% degli AUM, “dato che si confronta con la variazione del -0,2% degli operatori retail”.
Resilienza del settore
Incrociando le evidenze di questo studio con i dati del 2022 provenienti da Banca d’Italia, conti finanziari e Istat, l’Associazione fa sapere che “dal 2007, anno in cui il Private Banking ha cominciato a misurarsi, — si legge nello studio — il settore ha registrato una crescita costante (CAGR consolidato a giugno 2022 +6,6%), superiore a quello della ricchezza italiana (+ 1,4%) e del PIL (- 0,3%)”.
A ciò si aggiunge anche un dato qualitativo, relativo al sentiment degli operatori del settore che, stando alla ricerca “Le Prospettive del Private Banking” (2022) a firma dell’Associazione, dichiarano che nonostante il 75% preveda un peggioramento dell’economia generale del Paese, il 54% pensa comunque che il settore rimarrà stabile. Segno della resilienza del settore anche in periodi di crisi.
Ancora nuove sfide
“Guardiamo al futuro consapevoli della solidità del nostro modello di business e della capacità del Private Banking di rispondere alle nuove sfide che ci attendono in un mondo in profonda evoluzione economica, culturale e sociale” afferma il presidente dell’Associazione.
Posto un modello di business che ha fatto del dialogo e dell’incontro, quand’anche a distanza a causa della pandemia, il suo punto di forza, si evince dalle parole di Ragaini che il settore guarda al futuro cercando di coprire diverse direttrici. La prima relativa agli asset che risultano più interessanti per i prossimi mesi. “Il futuro del private”, fa sapere Ragaini, “passa dagli alternativi, dal comparto obbligazionario e dai digital asset”. Quest’ultimo punto, specifica Ragaini, non prende in considerazione le crypto currencies. Anzi, ci tiene a specificare che per l’Associazione le cripto “non sono mai state un investimento”. Ciò a cui guarda il settore è invece la possibilità di digitalizzazione degli asset tramite tecnologia blockchain.
Questo sguardo verso gli asset digitali fa parte delle quattro sfide che si pone il settore per il futuro, assieme alla “capacità di trasferire la fiducia guadagnata alle future generazioni di clientela”, all’attrazione delle nuove generazioni (“La rilevazione effettuata ogni biennio sulla composizione per età dei banker mostra una riduzione dei professionisti tra i 30 e i 40 anni dal 21% del 2012 al 13% del 2020 e contemporaneamente una salita del peso della fascia tra i 50 e 60 dal 27% al 41%”), e alla tutela del patrimonio dei clienti nel tempo (“Il 96% degli operatori di Private Banking registra che la percezione dei rischi da parte delle famiglie Private si è affinata ed è cresciuto il numero di coloro che pensano sia necessario coprirsi dai rischi prima di ragionare sulla gestione degli investimenti, ovvero il 64% della clientela”).
Le sfide che l’Associazione si pone si affiancano alle previsioni di crescita nei prossimi due anni. Secondo le proiezioni, infatti, il private banking ha di che ben sperare, poiché le stime sono ottimiste e delineano una crescita di masse che raggiungerà i 1.084 miliardi di euro con un effetto mercato del +3,69%.
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